Cyber warfare: possiamo difenderci?
A chi non è mai capitato di trovarsi con il proprio computer completamente in tilt, file cancellati, posta elettronica inutilizzabile… E’ un virus, ci è stato detto quando abbiamo provato a ripararlo. E così tutti i nostri preziosi dati sono andati perduti. In realtà i virus informatici sono ben poca cosa rispetto ai danni che possono fare gli hacker. La parola hacker dal dizionario italiano, osservando l’accezione negativa del termine, significa pirata informatico anche se tra i suoi significati c’è quello di esperto di informatica. La parola giusta per definire colui che ruba informazioni attraverso l’informatica è cracker, da non scambiare con la deliziosa galletta friabile che a volte sostituisce il pane! Secondo la legge italiana l’hackeraggio è un reato punibile penalmente, e in effetti questa attività può aver conseguenze molto pericolose. Si parla di una vera e propria guerra la “cyber warfare”. E’ una guerra senza armi, senza portaerei, senza missili, senza far rumore e anche senza caduti, ma spesso può avere le stesse devastanti conseguenze. Può colpire chiunque, in qualsiasi momento, tutti possono combatterla e tutti sono potenziali bersagli. E’ sufficiente avere a disposizione un pc ed essere connessi alla rete internet per poter intercettare, manipolare, distruggere informazioni di proprietà di altri. Oggi i governi mondiali stanno investendo ingenti quantità di denaro nella ricerca di tecnologie Cyber warfare , persino la Casa Bianca durante le recenti elezioni del Presidente degli Stati Uniti ha messo in atto misure difensive importanti temendo un attacco hacker proprio il giorno delle elezioni. Anche in Italia, a Modena, è nata la prima scuola di formazione per hacker, non di criminali informatici, ma di esperti per la difesa dei sistemi informatici. Sicuramente sono figure professionali molto richieste nell’era di internet, ma non è da sottovalutare il rischio legato a questo tipo di attività. Non per niente si parla di guerra e non semplici click!

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