Il rapporto è direttamente proporzionale. Alla crescita esponenziale dei criminali informatici aumenta l’esigenza della formazione di figure professionali esperte nell’hackeraggio. Un potenziamento d’aiuto alla Polizia Postale.Ma con competenze maggiori.Così nasce a Modena la cyber-academy per reclutare personale che contrasti questo fenomeno in netta crescita. Benvenuta, allora, nuova università e con essa il nuovo mestiere. E se si pensa che l’Italia è al quarto posto al livello europeo e quarantunesimo a livello mondiale delle nazioni più hackerate, tale professione è davvero azzeccata. Finalmente cittadini, aziende, istituzioni, governi, enti potranno sentirsi più al sicuro da incidenti informatici e più tutelati nella custodia dei loro dati sensibili. Secondo il Rapporto Clusit, il cyber crimine è aumentato del 30% negli ultimi sei mesi. E ad essere colpiti banche,trasporti, reti energetiche i cui attacchi si sono notevolmente incrementati. Gli stessi esperti non predicono notizie positive per il futuro in cui social network, POS bancari, dispositivi mobili e pubblica amministrazione cadranno nel bersaglio e in cui il criptolocker, virus-“pizzo” si impossesserà di documenti chiedendo riscatto per la restituzione. Il “cavallo di ritorno” del cyber-spazio. Che agiscano in modo solitario o collettivo non importa. Importa solo che gli hacker penetrano in modo subdolo e sofisticato nei server per sottrarre ed appropriarsi di record contenenti dati personali e password. Dunque, un problema virtuale ma concreto e reale che richiede un contrattacco informatico altrettanto sofisticato per contrastare abusi e garantire sicurezza nella comunicazione. Finalmente nel web un’iniziativa in grado di fronteggiare attacchi, smascherare tentativi illeciti. L’idea piace e piace soprattutto a noi giovani perché offrirà in futuro nuovi posti di lavoro. Finalmente una nuova professione per sgominare la banda del web. Peccato che sia spuntata fuori un po’ tardi per riparare ai danni già provocati.
