“Male non fare, paura non avere” recita un antico proverbio italiano. In questi ultimi anni l’elettronica ed i web sono diventati fondamentali nella vita delle persone. Può capitare però di imbattersi sul web in notizie che ci riguardano che avremmo preferito non leggere. Il “Diritto di Oblio” è un termine che indica il dimenticarsi di alcune vicende o fatti riguardanti delle persone da un punto di vista giudiziario. No bisogna però dimenticare che tutto ciò che accade nelle vite delle persone, rendono queste così come sono, fanno parte della loro storia personale. Google è il motore di ricerca più importante e più usato, ma non è l’unico. Sul web si possono trovare una grandissima quantità di notizie, sia vere che false. È comprensibile che possa essere considerato fastidioso leggere sul web dati personali che non si vorrebbe condividere con il resto del mondo. Potrebbe capitare un domani di vedere quella bella foto fatta in vacanza e pubblicata su Facebook diventare un’immagine pubblicitaria di un qualche sito o prodotto. Tutto ciò può sembrare illecito, ma qui ci sbagliamo. Quando ci si iscrive ad un Social Network si devono accettare delle condizione di iscrizione e poiché queste sono sempre molto lunghe e noiose, praticamente nessuno le legge fino in fondo. Quando però queste condizioni vengono accettate, acconsentiamo al rendere il Social Network a cui ci siamo appena iscritti il possessore delle informazioni che vi pubblicheremo. Ogni volta che condividiamo una foto o un commento o uno stato, questo non è più di nostra proprietà, ma appartiene al Social Network su cui è stato pubblicato. I social network, inoltre, molto spesso vendono tutte queste informazioni ad aziende pubblicitarie ecc. Se dunque la proprietà privata su Internet di informazioni personali così semplici non esiste più, perché le persone che hanno avuto un passato infelice o burrascoso dovrebbe avere più privacy di una qualunque altra persona? Ognuno di noi è responsabile delle proprie azioni. Se non ci si vuole pentire in futuro per qualche gesto inappropriato o fuori luogo, bisogna semplicemente evitare di compierlo. Quando ci si presenta ad un colloquio dovrebbe essere un diritto per chi deve intervistare di venire a conoscenza di precedenti reati in quanto se vi è una ricaduta, per esempio in caso di furto o truffa, di sapere chi può essere il colpevole. La decisione di assumere o meno poi rimane al datore di lavoro, che non è detto che non assuma l’ex “criminale”, può essere che sia disposto a dare una seconda chance alle persone. Ritengo che il diritto all’oblio non valga più quando questo toglie la libertà alle altre persone, la libertà di conoscere. Ogni persona è fallace e sbaglia, fa parte di noi. Ma se ci si sforza di vivere al meglio e con onestà, non ci dovrebbe essere motivo di vergognarsi di chi si è e voler cancellare delle pagine della nostra vita. Le persone possono cambiare, ma la loro storia no. Quando si compie un’azione bisogna pensare alle conseguenze e non prenderle alla leggera. Per quanto possa essere fastidioso, il web ha il diritto di rendere note i trascorsi delle persone. Serve in parte anche a tutelare le persone dagli altri. Quello di oggi è un mondo che ruota intorno ad internet. Cercare di togliere informazioni personali dal web sarebbe come cercare di far volare l’uomo senza ali.

1 Comment
  1. federotulo 7 anni ago

    Articolo molto ben scritto

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