Usare l’acido con lo scopo di sfigurare il viso o il corpo è un atto barbaro. La maggior parte delle persone sfigurate sono donne, soprattutto giovanissime. È difficile difendersi da queste aggressioni perché in molti paesi non esistono delle regole che puniscano chi si macchia di un crimine efferato. Bisogna sfatare il mito che vede le popolazioni arretrate luogo geografico sede del fenomeno. Sembra che i confini fisici si siano spostati travalicando le vette dell’Himalaya e giungendo fino agli stati democratici e liberi della nostra Europa. E della nostra Italia. Chi non ricorda il caso dell’avvocatessa Lucia Annibali sfigurata con l’acido dal suo ex convivente? Per tali misfatti si chiede con vigore una punizione esemplare: l’ergastolo. Senza “se” e senza “ma”. L’acido crea dei danni fisici permanenti, per non parlare di quelli a livello psicologico perché le vittime per il loro aspetto deturpato vengono emarginate, nel lavoro, nelle relazioni sociali, nelle relazioni sentimentali. Un isolamento forzato e puramente gratuito confitto alla vittima da parte di gente senza scrupoli che probabilmente ha stretto un patto scellerato con Lucifero. Perché tali soggetti fanno ingresso nella vita dagli abissi infernali. Scarsa considerazione e rispetto per la donna? In Oriente come in Occidente? Sicuramente si se avvengono crimini di tal sorta. Nonostante l’umanità abbia compiuto passi da gigante in tutti i campi dello scibile umano, ancora perseverano atteggiamenti di superiorità machiste rispetto alla donna, atteggiamenti di sufficienza e paternalismo. Per la visione machista la donna è un oggetto da custodire e da guidare. Non per amore ma solo per senso di possesso e appartenenza. “Non deve” pensare né dedicarsi ad altro se non a lui. Deve solamente eseguire ordini. Quando gli uomini ricevono ”no” pensano: ”Se io non posso averla allora nessuno la dovrà più avere”. Ecco allora la sfigurazione che è umiliazione e danno permanente. Che se non è curato può portare alla morte. Infatti, nei paesi meno evoluti queste cure non sono conosciute e per questo motivo ogni anno molte donne perdono la vita. Alcune donne riescono a rialzarsi da queste situazioni difficili grazie anche ad associazioni come “Sheroes hangout”, un bar che si trova ad Agra (India) dove il personale è formato da donne sfigurate. In Italia tante sono le associazioni che se pur non comprendono solo ed esclusivamente donne sfigurate come in India si occupano comunque di violenza sulle donne in generale. E un grazie va a queste azioni meritorie che aiutano le persone a uscire dal tunnel “dell’ uso e dell’abuso” della donna. Un buon passo, così come le leggi. Ma non basta. Bisogna soprattutto debellare una mentalità retrograda che affonda le radici nella storia ormai da troppo tempo. Non c’è giustificazione che provenga né dalla religione né da altri campi a tali scempi. La libertà è un diritto di tutti.
