Siamo. Una delle cose meno professionali che un esperto in qualsiasi campo dovrebbe fare sono le
generalizzazioni di questo genere. Partiamo dal presupposto che non sono gli italiani (definiti così come se
ogni nazionalità unifichi le persone sotto gli stessi comportamenti) a poter valorizzare economicamente i
patrimoni artistici, così come non va alcun merito agli italiani se la nazionale italiana di qualsiasi sport vince
un mondiale o un’olimpiade. Cercando la parola cialtrone sul dizionario troveremo questa definizione:
persona volgare e spregevole, arrogante e poco seria, trasandata nell’operare, priva di serietà e correttezza
nei rapporti personali, o che manca di parola nei rapporti di lavoro. Già da qui potremmo rispondere no alla
domanda posta per un semplice motivo, cioè che la responsabilità della pubblicizzazione del nostro paese
va attribuita a chi viene pagato per farla. Bisogna chiarire che ovviamente la domanda di Philippe Daverio è
di palese natura provocatoria ma possiamo comunque usarla per ragionare un po’ su cosa rende l’Italia
diversa da altri paesi nell’ambito artistico. Innanzi tutto le destinazioni portate come esempio dal critico
sono al di fuori delle principali città italiane conosciute all’estero. Ciò rende scontato che se un americano
decidesse di venire in Italia non sceglierebbe Andria come prima destinazione, allo stesso modo però,
quando un italiano sceglie di andare all’estero, molto probabilmente, inserirà nel suo percorso turistico città
principali dello stato visitato. Sfido infatti a riuscire a far conoscere a stranieri tutte le 53 località
riconosciute come patrimonio dell’umanità. L’unico effettivo problema dell’Italia è che il prezzo della cultura
è completamente inesistente rendendo le attrattive turistiche principali fonti di un guadagno misero in
confronto alle potenzialità.
Si, si parla di guadagni, non credo infatti che lo scopo della pubblicità della cultura italiana (come di ogni
altro stato) sia far conoscere a tutti l’arte bensì, purtroppo, quello di guadagnare.
Voglio concludere questo ultimo articolo ponendo io una domanda a voi:-
siamo ricchi di tesori d’arte ma
non riusciamo a valorizzarli tutti perché siamo incapaci o perché non tutti i turisti hanno una laurea in arte?