“Cialtroni”: così ci definisce un critico d’arte italiano che fortunatamente non è Sgarbi. Si chiama Philippe Daverio e poco tempo fa ha esposto un’intelligente tesi secondo cui noi italiani non sapremmo sfruttare a pieno tutta l’immensa ricchezza culturale che l’Italia possiede e che costituisce circa il ben 70% del patrimonio artistico mondiale. In questo settanta percento 53 sono i beni culturali dichiarati dall’UNESCO come “Patrimonio dell’Umanità”. Molti di questi purtroppo, secondo molti, sono poco conosciuti e valorizzati. Insomma, è come avere una Ferrari ma lasciarla in garage e non usarla. Cialtroneria, appunto, sarebbe l’aggettivo perfetto con cui ci potremmo autodescrivere secondo Philippe. Sorgono numerose domande: “Com’è possibile tutto ciò?”; “Cosa potrebbe fare un futuro governo a tal proposito?”, ma soprattutto: “Cosa possiamo fare noi cittadini per migliorare?”. Rispondiamo alla prima domanda… Una cosa del genere poteva capitare, ammettiamolo. Il problema deriva magari da uno scarso impegno da parte dello stato che ha fatto comunque ciò che poteva, ma molto probabilmente soprattutto da uno scarso impegno e uno scarso interesse da noi. Rispondendo invece alla seconda domanda si potrebbe dire che non è niente di troppo ambizioso ridurre il problema né per noi popolazione, né per lo stato. Quello che occorrerebbe di più, comunque, sarebbe una maggiore disponibilità da parte di tutti, compresa naturalmente la scuola. Perché L’UNESCO di lavoro ne sta facendo tantissimo, ma tutto questo lavoro non serve a niente se poi noi non sfruttiamo ciò che ci viene dato.
Concludendo con la solita metafora: apriamo il garage del museo, prendiamo la ferrari della cultura e sfrecciamoci a tutta velocità!
