La settimana scorsa, in uno dei quartieri centrali di Londra, è stato installato un distributore di Prosecco di fronte ad un’enoteca . Fin da subito la Bank of Bubbles (banca di bollicine) ha riscosso un grande successo tra i londinesi. Però, in Italia, questa nuova idea ha generato molte proteste.
In particolare, il Consorzio di tutela del Prosecco Doc si è mostrato subito pronto a sporgere denuncia a chi ha ideato gli Apm (Automatic Prosecco Machine). Infatti, questi, non solo, erano illegittimi, ma offendevano anche tutti i produttori del vero Prosecco italiano. Per via di queste proteste, il distributore è stato rimosso pochi giorni dopo.
Secondo le analisi di Coldiretti e Filiera Italia, il falso made in Italy agroalimentare vale nel mondo oltre 100 miliardi e nell’ultimo decennio ha avuto un aumento del 70%. Si tratta del cosiddetto Italian sounding, ovvero il fenomeno che consiste nell’utilizzo di immagini e nomi che richiamano l’Italia, per poter vendere prodotti che in realtà non sono made in Italy. Gli alimenti più colpiti sono i formaggi (come il Parmigiano Reggiano e il Grana Padano) e anche i prosciutti (come il San Daniele e la mortadella). Alcuni esempi sono la Zottarella prodotta in Germania, gli Spagheroni in Olanda, i Chapagetti in Corea e moltissimi altri. A peggiorare la situazione, è la diffusione di kit per realizzare in casa prodotti alimentari italiani.
Il fenomeno dell’Italian sounding, non solo toglie lo spazio al made in Italy, ma ci fa perdere anche circa 300 mila posti di lavoro e quasi 60 miliardi di euro di guadagno.