Durante la scorsa settimana un particolare fatto di cronaca sembra aver alzato un polverone fra l’opinione pubblica. In Inghilterra, più precisamente a Londra, è stata installata un distributore stile bancomat, volto tuttavia non alla prelevazione del denaro, bensì all’erogazione di prosecco. Per quanto bizzarra e assurda, tale idea ha provocato molta curiosità, ma al contempo ha fatto storcere il naso alla nostra ministra dell’agricoltura Teresa Bellanova, che si è schierata in difesa della cultura del Made in Italy. Per comprendere tale accanimento è tuttavia necessario sapere che il distributore ha reso disponibile l’erogazione di un particolare prosecco frizzante di fattura italiana, di conseguenza la ministra ha ben pensato di accusare questa novità come offesa appunto nei confronti del made in Italy. La macchinetta è stata in seguito rimossa, ma l’azienda non ha trattenuto una serie di frecciatine in risposta alle accuse.
Come già detto, si tratta “semplicemente” di un bizzarro fatto di cronaca, tuttavia è importante parlarne perché ci invita a riflettere su un argomento molto delicato: il made in italy. Da sempre tutto ciò che in campo gastronomico viene etichettato come “made in italy” trasmette al consumatore serenità, sia per quanto riguarda il gusto sia per quanto riguarda la qualità del prodotto in sé, e la ministra, in seguito a questo evento, ha voluto sollecitare delle riflessioni sulla necessità di mantenere questa tradizionale integrità, minacciata in particolare dall’uscita dall’Europa dell’Inghilterra, che potrebbe dunque divenire il nuovo mercato ideale di svilimento dei nostri prodott