Un’Italia sempre più impaurita, impoverita, disgregata, anagraficamente vecchia e segnata dal Covid. Il Rapporto Censis delinea il ritratto di un Paese in declino e sospeso, in cerca di sicurezze che non trova, sempre più diviso tra un Sud che si spopola e un Centro-Nord che fa sempre più fatica a mantenere le promesse in materia di lavoro, stabilità, crescita e soprattutto futuro. Non c’è più la speranza di migliorare, di crescere, e ciò ha incrinato il patto con la politica. E in questo quadro, sempre più compromesso, si insinuano i risultati della pandemia, il senso di instabilità e di insicurezza che il virus ha portato. In quello che è stato definito dal Times l’anno peggiore dal dopoguerra, le certezze, per moltissimi, sono venute meno e il mondo, almeno in parte è stato ridisegnato: il divario tra ricchi e poveri è aumentato a dismisura in questa fase e gli italiani, colti di sorpresa, hanno reagito con la paura e con la moderazione, soprattutto nei consumi. Siamo un Paese sul chi va là, che attende o cambiamenti radicali o la restaurazione di ciò che c’era prima del Covid-19 che ci ha inevitabilmente segnato in maniera indelebile. L’anno prossimo costituirà un bivio per la nazione e da quanto succederà probabilmente si delineeranno i nostri prossimi 20 anni.
