L’ipotesi di prevedere il futuro del nostro pianeta, affidandosi alla semplice immaginazione, ha grande forza di attrazione su chiunque si soffermi a valutarla, in particolare su chi fa della fantasia anche uno strumento di lavoro. Tuttavia, per quanto l’idea sia accattivante, soprattutto fumettisti e scrittori, essa è, purtroppo, destinata a fallire; si basa infatti sulla misteriosa dote, in possesso di menti creative, di rappresentare l’evoluzione del mondo su carta, su pellicola e altri materiali. L’opinione di molti è che l’arte di “predire” il futuro sia frutto di una sorta di potenziamento delle percezioni sensoriali, che si definisce “sesto senso”; altri potranno, ancora, richiamarsi a personaggi che, in virtù di questo “dono”, hanno raggiunto una grande fama, anche postuma: pensiamo alle quartine di Nostradamus, alle presunte abilità paranormali della bulgara Baba Vanga, oppure alla famosa “Profezia dei papi” di San Malachia … la lista non si fermerebbe qui, peraltro. 

D’altro canto, ci sono gli scettici, verso la cui opinione anche noi propendiamo, che attribuiscono questi fenomeni a cause spiegabili in maniera razionale: l’“apofenia” è, infatti, una particolare “proprietà” del cervello umano, che permette di scovare pattern, per governare, ad esempio, processi particolarmente complessi come quelli produttivi, o addirittura di crearne di nuovi. La definizione è stata coniata, nel 1958, dal neurologo e psichiatra tedesco Klaus Conrad, che  descrive l’apofenia come una “immotivata visione di connessi”, accompagnata da un’anormale significatività. Questo comportamento molto spesso, più di quanto si creda, viene attuato inconsciamente; la nostra capacità, ad esempio, di individuare volti su oggetti che ne sono privi richiama questi processi cerebrali. Insomma, l’uomo è in grado di estrapolare casualmente uno schema, un concetto, una soluzione di fronte a situazioni particolarmente complesse e confuse. Non si tratta di un atto volontario, ma istintivo e automatico…tutti ci ricordiamo quando, da bambini, guardando le nuvole in cielo, vi abbiamo “riconosciuto” un animale, un oggetto. 

Per gli psicologi, il nostro subconscio adotta, da milioni di anni, questi comportamenti come meccanismo di difesa: difatti, il primate che riusciva ad individuare il volto di un predatore tra la boscaglia o nel buio della notte aveva maggiori probabilità di sopravvivenza. 

Ma, tirando in causa l’immaginazione e la “ preveggenza” degli scrittori o di chi, in genere, è coinvolto nella realizzazione di prodotti culturali, si potrebbe arrivare ad affermare, anche con una sorta di ironia bonaria, che quegli autori che tanto abbiamo apprezzato, e che continuiamo ad apprezzare per l’autorevolezza dei loro scritti, non sono stati dei veri  e propri “pionieri”, perché, prima di loro, qualcuno aveva già presagito il futuro della storia. 

Prendiamo il caso di H. G. Wells: per quanto sia vero che egli abbia anticipato, anche con una certa accuratezza descrittiva, l’avvento dei carri armati, è altrettanto vero che, quasi quattro secoli prima di lui, un italiano ebbe la sua stessa intuizione…Leonardo da Vinci! 

E ancora, il film “Contagion”, diretto da Steven Soderbergh, rappresenta ciò che è ben noto alla storia umana; da secoli, infatti, l’uomo combatte contro le malattie infettive: la debellata Peste Nera, l’HIV, la Suina, la malaria, la febbre gialla, e ora il Covid19 e gli altri Coronavirus, tutti trasmessi all’uomo dagli animali. Si possono fare altri esempi citando il film “Atto di Forza” (Paul Verhoeven) e il personaggio di “Martin Mystere”, ideato dal fumettista Alfredo Castelli: in questo caso, gli autori si sono semplicemente limitati a fare “il passo successivo”. Difatti, l’ipotesi che si possa passare da un veicolo guidato dall’uomo ad uno dotato di pilota automatico, in fondo, non richiede un grande sforzo di immaginazione; allo stesso modo, per ipotizzare la realizzazione di una stampante 3D è sufficiente…“aggiungere una dimensione”! 

Con questi argomenti, non si vogliono affatto sminuire l’impegno, la creatività, l’immaginativa di autori, registi e illustratori, ai quali soprattutto bisogna riconoscere una forza in particolare, quella di stimolare la scienza, la ricerca, la tecnologia a trasformare in realtà ciò che prima era solo frutto di immaginazione. 

Ma, fino a che punto ci si può affidare a menti creative per fare politica? E soprattutto, quali scopi potrebbero nascondersi dietro la troupe di Macron? 

La mente umana non dovrebbe mai assoldarsi; la creatività non si vende e non si sfrutta!

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