Ormai è da molti anni che si vede calare il numero di nascite in Italia eppure lo Stato non sembra molto preoccupato.
Gli adolescenti della Generazione Z per la maggior parte si immaginano un futuro senza figli e probabilmente ci sono vari motivi dietro questa scelta, a partire dal continuo aumento dei costi di tutto quanto necessita per crescere un/a figlio/a e anche il fatto che se si vuole tornare a lavorare poco dopo la nascita del figlio/a si deve provvedere a pagare qualcun altro per prendersene cura. A far rimandare o addirittura evitare di metter su famiglia forse contribuiscono anche tutte le opportunità di lavoro e anche di viaggio che oggi hanno le giovani generazioni e che forse non avevano i loro genitori.
Lo squilibrio delle nascite in Italia, oltre a rendere probabilmente tristi i genitori che vogliono essere nonni, ha un grande effetto sulla popolazione perché rischia di aprire buchi tra le fasce di età e di provocare conseguenze negative nel mondo del lavoro, sulle pensioni, sulla sanità, se è vero che entro il 2050 la popolazione in età di lavoro scenderà al 52,3%.
Non fa ben sperare per una ripresa demografica neppure il dato rilevato che l’età più comune per avere il primo figlio sarebbe dai 31 ai 33 anni: essendo già in un’età relativamente avanzata, non si potranno avere tanti figli perché troppo presi dal lavoro e anche più a rischio nelle condizioni generali di salute.

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