Giorno 7 dicembre abbiamo assistito alla consueta prima della Scala. Seppur l’Italia gode di un patrimonio musicale importante è stata fatta la scelta di aprire con un’opera russa. Questa decisione ha creato un forte dibattito all’interno dell’opinione pubblica, da un lato c’è chi si è schierato contro questa scelta e chi a favore. Io penso che qualsiasi forma d’arte, in questo caso la musica, siano degli ambiti che si elevano dagli scontri geopolitici. È come se iniziasse un conflitto tra Spagna e Francia e noi per sostenere il popolo francese eliminiamo dai nostri musei i quadri di Pablo Picasso. Quindi non trovo sbagliata la scelta che è stata fatta, perché la cultura russa non deve subire o essere infangata a causa di un governatore che mira a degli interessi politici. Il patrimonio artistico di una nazione va tutelato a prescindere dai conflitti tra popoli, poiché sono due sfere che viaggiano su due linee parallele da un lato il potere economico e politico, dall’altra parte invece c’è l’anima di un poeta, di un artista, di un compositore che non ha limiti territoriali, ma che può diffondere il proprio sapere in tutto il mondo attraverso le sue opere. 

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