L’intelligenza artificiale (AI) è un campo tecnologico in rapido sviluppo che ha il potenziale per rivoluzionare il modo in cui viviamo e interagiamo con il mondo che ci circonda.
L’AI è una scienza interdisciplinare che combina informatica, matematica, psicologia, linguistica e altri campi per creare macchine intelligenti in grado di pensare e comportarsi come gli esseri umani e i suoi sistemi possono imparare dalle esperienze passate e utilizzare queste conoscenze per prendere decisioni, risolvere problemi e persino creare nuove soluzioni.
Le possibilità derivate sono dunque pressoché infinite, dalla diagnosi e cura medica ai veicoli autonomi e agli assistenti robotici, e non solo.
Può anche essere utilizzata per automatizzare compiti banali, liberando tempo per gli esseri umani e dando spazio per concentrarsi su altre attività.
Come può quindi emergere, il potenziale dell’intelligenza artificiale è stimolante, ma la sua più grande caratteristica è la sua perenne evoluzione.
Dopotutto sin dai tempi antichi l’uomo è sempre stato in costante evoluzione, con una mania al miglioramento di quello che già aveva. È per questo che discipline come la ricerca e lo sviluppo esistono: sono connotati di ciò che rende umano l’uomo.
Non può essere che naturale che l’AI, la “figlia dell’uomo”, venga cresciuta dal suo creatore, trasformata in qualcosa di più utile, conveniente, vantaggioso, ponendosi nuovi obiettivi una volta raggiunti i vecchi.
Ma come ogni cosa, anche l’intelligenza artificiale nasconde delle ombre. Nonostante il potenziale per rivoluzionare molti settori, ci sono però anche alcune serie preoccupazioni circa le sue implicazioni.
È importante riconoscere i potenziali rischi che ne derivano. È essenziale garantire che l’AI sia utilizzata in modo responsabile ed etico e che non sia consentito che diventi uno strumento di manipolazione o controllo.
La preoccupazione più ovvia è che questa diventi alla fine così avanzata da superare l’intelligenza umana, portando a una situazione in cui le macchine hanno il controllo sull’uomo. Ciò porterebbe a un futuro in cui gli esseri umani non sarebbero più capaci di prendere decisioni, poiché le macchine sarebbero in grado di farlo in modo più efficiente.
Se misure di prevenzioni non vengono prese riguardo a tali problematiche, i potenziali pericoli di questa nuova realtà potrebbero superare i suoi potenziali benefici.
Bisogna però tenere in considerazione un elemento: per quanto sia strabiliante e al contempo pericolosa, bisogna ammettere che l’intelligenza artificiale non è una persona. Può simulare i meccanismi cognitivi ed eseguire calcoli di dati in maniera più spedita ma non è dotata di un pensiero originale, della vitalità, del vissuto emotivo di un individuo.
Le intelligenze artificiali ossono studiare e fingere emozioni, comprendendole su carta ma non hanno la capacità di varcare la soglia dei sentimenti.
Sicuramente questo non elimina l’utilità che hanno e avranno nella nostra vita ma ciò non toglie che non potranno emulare il calore dell’uomo.
Es Sadik Hiba
Istituto superiore F.Albert
Articolo ben strutturato e interessante.
Articolo davvero bello.