Il 26 febbraio, sono morte decine di migranti – soprattutto di origine afghana – nella terribile tragedia in mare di fronte alle coste calabresi di Cutro. Nel tentativo di raggiungere l’Europa con la speranza di un futuro migliore, queste persone hanno quindi perso la vita, mentre chi è sopravvissuto ha visto quella dei propri cari e di altri esseri umani spezzarsi. Qual è stato l’approccio del governo nei confronti di questo terribile avvenimento? E cosa ne pensa l’opinione pubblica?
Ripercorrendo l’evento in maniera più dettagliata, si può affermare che, in una notte di mare mosso, l’imbarcazione partita da Izmir, in Turchia, è stata individuata da un aereo di Frontex, il quale ha avviato la segnalazione; i soccorritori si sono dunque messi all’opera e, in particolar modo, un pattugliatore e una motovedetta della Guardia di Finanza hanno tentato di addentrarsi nel mare. Quest’ultimo, scosso dalle sfavorevoli condizioni metereologiche, ha però spinto le entità della Guardia di finanza a indietreggiare. Nel frattempo, il barcone si è distrutto, generando morti per annegamento, oltre che feriti e dispersi.
Al fine di analizzare l’accaduto, è stata prevista un’inchiesta, atta ad appurare se ci siano state delle negligenze nel processo di soccorso. D’altro canto, l’opinione pubblica si interroga sul ruolo degli scafisti, ovvero coloro che, in cambio di denaro, portano immigrati in Europa per mezzo di imbarcazioni, spesso per niente sicure. Il fine e i mezzi che muovono le azioni degli scafisti suggeriscono che essi siano un elemento di criticità nell’immigrazione clandestina.
Questo terribile naufragio si è dunque inserito in un dibattito di più ampio respiro circa il modus operandi dello Stato nei confronti del tema dell’immigrazione, mettendo in luce l’esigenza di migliorare la gestione dei flussi migratori – rendendoli più sicuri -, così come l’importanza del dialogo con l’Unione Europea in relazione all’organizzazione degli stessi.
In definitiva, alla luce della tragedia avvenuta, emerge la necessità di migliorare l’approccio nei riguardi di eventi affini, con l’obiettivo di offrire aiuto e sostegno – in maniera maggiormente organizzata – a esseri umani che non fanno altro che cercare una vita migliore, e che invece vengono schiacciati dalla disumanità di queste tragedie, le quali sembrano, in un certo senso, riecheggiare la landa gelida e inospitale rappresentata da Caspar David Friedrich ne Il naufragio della speranza.