Recentemente, nel nostro paese, è successa “una strage di bambini”. È stato un naufragio che ha portato con se la vita di 24 bambini, su 79 vittime. Questo perchè partiva dalla Turchia, dove le migrazioni avvengono in famiglia, quindi con molti bambini. Una simile tragedia ha suscitato una certa preoccupazione da parte di tutta la popolazione. È importante riconoscere che ancora oggi si deve assistere a scene del genere dove migliaia di migranti sono costretti a morire per la ricerca di un futuro migliore in una terra che non è la loro, è triste sentirsi “in dovere” di scappare dal proprio paese per cercare una vita migliore e ritrovarsi a morire in mare con ogni briciola di speranza affogata con loro.
Nella maggior parte dei casi, gli immigranti arrivano in Italia, dopo aver subito violenze indicibili, tramite vie poco sicure e imbarcazioni che non riescono a tenere tutto quel carico.Per i sopravvissuti questo è solo l’inizio dell’incubo: una volta che arrivano in Europa si trovano ad affrontare il problema dell’accoglienza nel nuovo paese. A Cutro, fortunatamente, i sopravvissuti e feriti sono stati accolti calorosamente, ma non sempre è così.
Per cercare in parte di risolvere il problema secondo me il modo di pensare deve cambiare partendo da noi avendo un’apertura mentale verso l’accoglienza dello straniero in attesa che le autorità trovino una soluzione per aiutare i migranti a sbarcare con più sicurezza.

Davvero un bel articolo, molto toccante!