A mio parere, il fatto che la stragrande maggioranza degli studenti sostenga che la scuola sia fonte di stress non è poi un dato così allarmante. D’altronde nella mentalità comune la scuola ha sempre rivestito una funzione tediosa e sfido a trovare uno studente che, pur apprezzando sinceramente il suo istituto, affermi di amarlo. Tuttavia non me la sento di sottovalutare questa presa d’atto da parte dell’OMS: è piuttosto corposa, infatti, la quantità di ragazzi che si schiera contro la scuola; è anche vero però che noi giovani (e, sia chiaro, in parte anch’io) ci distinguiamo per la nostra insofferenza e antipatia nei confronti di verifiche e compiti con scadenze programmate, dunque tenderei a considerare questi dati “con le pinze”, come si suol dire. Ad avvalorare la mia tesi (che vede gli studenti come particolarmente lamentevoli) interviene anche il fatto, ormai riconosciuto da tutti, della semplificazione della scuola e dell’alleggerimento degli oneri nei confronti dei ragazzi che ora possono indubbiamente dirsi più fortunati dei loro nonni (tra cui i liceali saranno molti di meno ma se non altro più “pressati”). Dunque la scuola va totalmente assolta? Questo no. Infatti è anche vero che se essa è diventata più accessibile, ciò non vuol dire che non possa essere migliorata. Tuttavia uno dei fattori principali che secondo me determina la attrattiva o meno di una scuola è il corpo docenti: è infatti il professore colui che alla fine fa apprezzare o odiare una materia. Dunque che dire? Beh, sicuramente io consiglierei ai giovani coinvolti da questi questionari di pensare bene a cosa farebbero in assenza della scuola prima di rispondere.

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