Durante il 2015 si è parlato molto della Grecia e della sua disastrosa crisi economica: lo Stato greco per fare cassa e non rimanere del tutto a secco ha adottato provvedimenti come la privatizzazione di infrastrutture (aeroporti, porti, ferrovie e autostrade), servizi come la telefonia e la rete elettrica e ha anche messo in vendita numerose delle sue bellissime isole nel mare Egeo. Purtroppo però la vendita delle isole non è un fenomeno presente, tra le nazioni europee, solo in Grecia ma anche in Italia. Qualche anno fa fece scandalo la vendita di parte delle isole Tremiti, nell’Adriatico, e alcuni mesi fa saltò fuori la vicenda di Budelli, un’isola dell’arcipelago sardo della Maddalena famosissima per la sua spiaggia rosa che è stata acquistata per 2,94 miliardi di euro dal magnate neozelandese Michael Harte. Tuttora ci è possibile consultare annunci di vendita si isole fatti dallo Stato, come quella di Cirella in Calabria, quella delle Sirene davanti Taormina in Sicilia, e quella di Marinella sempre in Sardegna. Pezzi d’Italia che vengono venduti molto spesso a uomini d’affari stranieri i quali poi decidono casa farne: e qui sorge il problema, ovvero il rischio che questi paradisi possano essere deturpati e rovinati per sempre attraverso costruzioni di resort di lusso, ville e porti turistici perdendo così quel loro fascino di un tempo. La vendita dei sette ettari delle Tremiti scateno numerose proteste da parte di istituzioni (come la Regione Puglia) e associazioni ambientaliste e locali poiché era prevista un’ingente cementificazione in arrivo. Per Budelli le cose sono andate, se così si può dire, meglio perché nonostante la vendita vige il divieto di edificazione. La Grecia si è trovata quasi costretta dato che aveva le casse vuote ma l’Italia, per fortuna, non è arrivata a quel punto dunque non ha senso lasciare che lo Stato venda se stesso. Le isole sono ecosistemi delicati che vanno salvaguardati ma allo stesso tempo rappresentano dei piccoli tesori che, se opportunamente utilizzati, possono portare ricchezza con un turismo sano e ecologico. Basta dunque al “supermercato Italia”.

1 Comment
  1. hanaa 7 anni ago

    Ciao laurafelix dalla redazione I Carbo…Idrati!
    Trovo che il tuo articolo sia ben strutturato e di facile lettura. Peccato per qualche errore di battitura e per il titolo non tanto originale.
    A parer mio l’Italia

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