Nello sconcertante episodio del magnate neozelandese che, acquistata una piccola isola italiana, intendeva erigervi un complesso di accoglienza e turismo, fortunatamente bloccato dalla pubblica amministrazione e dagli enti ambientali, la stranezza non è che la costruzione sia stata annullata, ma che lo stato abbia venduto letteralmente l’isola in questione! Eppure non é l’unico caso e tuttora isole italiane risultano in vendita, come al mercato. Lo stato sta vendendo parte di se stesso senza un fondato motivo. Difatti anche la Grecia, in periodo di crisi, ha venduto alcune sue isole per risanare le casse dello stato, ma ora in Italia non abbiamo una situazione simile, anzi il Paese mostra segni di ripresa dal punto di vista economico. Inoltre, vendere isole deturpa il nostro ricco patrimonio ambientale e dipinge l’Italia come un pezzo di carne esposta sul banco del macellaio in vendita al miglior prezzo. È inoltre immorale che poi il proprietario ne faccia quello che vuole, costruendovi addirittura hotel, e di questo si sono accorti gli ambientalisti, che hanno subito controbattuto. È quindi giusto vendere parte del nostro territorio, per ricavarne un guadagno che non sappiamo nemmeno dove finisca? Siamo davvero così disperati finanziariamente? O è forse solo una questione di interessi privati nella cosa pubblica? E se fossimo veramente in crisi, non ci sarebbero modi migliori di guadagnare fondi, come tagliare le immense spese pubbliche e gli sprechi? Comunque, per ora il magnate non avrà avuto il suo hotel, ma può comunque sorseggiare un cocktail su una sedia a sdraio, osservando le coste italiane dalla SUA isola privata!

complimenti, hai scritto davvero un bell’articolo.