Nelle nostre città sono molte le persone povere che, fuori dalle Chiese o dai supermercati o per le vie del centro e ai semafori, fermano la gente e chiedono con insistenza l’elemosina. In alcuni casi trattasi di persone che chiedono dei soldini per reale fame, e se si offre loro del pane lo accettano con un sorriso e gratitudine, in altri casi invece, nonostante la reale necessità di mangiare, rifiutano ciò che gli viene offerto e chiedono ripetutamente soldi. Questi ultimi sono per la maggior parte bambini, persone anziane o disabili che vengono sfruttati da criminali senza scrupoli.
La ragione che ha spinto il sindaco di Verona, Flavio Tosi, a emanare un’ordinanza comunale è proprio questa: combattere il racket e la criminalità organizzata. Questa normativa valida per questo mese, periodo delle festività, prevede infatti di multare, con una quantità di denaro che va dai 25 ai 500 euro, chiunque verrà colto nell’atto di fare l’elemosina ai mendicanti e i soldi così ricavati verranno destinati ad attività sociali per ridonarli a famiglie bisognose.
Perché multare quindi coloro che son disposti a fare la carità danneggiandoli quando si potrebbero utilizzare altri metodi? Sarebbe possibile, ad esempio, poter istituire dei punti di raccolta e sostegno ampliando i dormitori e le mense e soprattutto trovando il modo di impiegare queste persone in lavori socialmente utili per preservare o ridare a loro dignità, pagandoli anche con un minimo di stipendio.
Finché però non verrà istituito in modo adeguato per limitare l’accattonaggio e aiutare queste persone in grande difficoltà io continuerò a dare quello che mi è possibile, anche perché come si può distinguere una vera situazione di povertà da una di sfruttamento?

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