Riparate non disperate è il motto che si sta propagando a Londra dove due collaboratori, un italiano e un’anglo-americana, hanno lanciato un progetto che in molti stanno seguendo. L’iniziativa sta nell’aiutare le persone a riparare i proprio oggetti elettronici. In questi momenti di crisi sono in parecchi a voler aggiustare e continuare ad usare i propri dispositivi. Questi due esperti non approvano il discorso” costa meno comprarne uno nuovo”, per loro ciò non ha senso. Infatti il loro obbiettivo è sconfiggere l’obsolescenza programmata e ritornare ad avere una certa manualità un po’ dimenticata nella nostra società. Addirittura ci sono dei tecnici volontari che oltre ad aggiustare gratuitamente, informano e spiegano come si può svolgere una riparazione e si è scoperto che l’80% degli oggetti si può sistemare. In Italia si sa poco, ma alcuni centri di assistenza/riparazione esistono, sono centri che organizzano corsi settimanali dove insegnano a allungare la vita a un cellulare, a un computer o a un mp3, senza voler a tutti costi l’ultimo modello proposto dalla pubblicità. Un modo per risparmiare e come salvaguardia dell’ambiente. Questo per contrastare l’obsolescenza programmata iniziata con le lampadine, con le auto e ora prosegue con tutti i dispositivi elettronici, lavatrici, forni ecc. tutto ciò che può diventare vecchio stile. Gli ingegneri vengono invitati a programmare una scadenza veloce tanto da far buttare gli oggetti più celermente e costringere all’acquisto di nuovi. Insomma il consumatore deve essere tutelato dal comportamento sleale di alcune ditte che progettano dispositivi destinati a rompersi dopo pochi anni. Per non parlare dell’ambiente che vede un aumento dei rifiuti elettronici che causano un costo sia per l’ambiente , sia per la gestione che per l’economia. Tutto questo in Francia è diventato reato e pare che qualcosa sull’onda francese, si stia muovendo anche in altri Paesi. E’un problema difficile da affrontare, ma si spera sempre che qualcosa in positivo cambi, anche in Italia.

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