Qualche mese fa ho seguito un programma televisivo che parlava della senescenza programmata e sono rimasta incredula. Un particolare mi ha molto colpito: il conduttore sosteneva, per fare un esempio, che sarebbe tecnicamente possibile fare i collant indistruttibili, ma si sceglie deliberatamente di costruire e vendere quelli che possono durare anche una sola volta. E lo si fa per garantire una produzione e una vendita permanenti, cioè profitti continui. Il risvolto positivo è che tutto questo mantiene l’economia, perché garantisce stipendi agli operai che materialmente producono la mercee un guadagno a chi la vende. Tuttavia, bisogna tener conto non solo che si obbliga l’aquirente a ricomprare lo stesso prodotto, il che è perlomeno moralmente discutibile, quanto il fatto che il nostro pianeta è limitato. Produrre significa consumare materie prime e quindi consumare la Terra. Sappiamo benissimo che già oggi la Terra è sfruttata ben oltre la sua capacità di rigenerarsi e lo sarà ancora di più con la crescita economica dei Paesi in via di sviluppo. O si pone un frenoa questo sfruttamento, regolando anche la senescenza programmata, o siamo destinati a finire come gli abitanti dell’Isola di Pasqua, i quali si sono estinti per aver ciecamente e stupidamente sprecato le risorse necessarie alla loro sopravvivenza.
