La lettura ci permette di esplorare nuovi mondi e di evadere con la mente. E’ questo ciò che ritrova ogni detenuto nel leggere dei libri. Per noi è un piacere, per coloro che vivono nelle carceri è un privilegio. A Roma è nata un’iniziativa interessante a questo proposito, chiamata “Libri in sospeso”. I detenuti, per quanto riguarda la lettura, devono sottostare a delle regole, le quali non sono condivise da tutti: sono vietati i libri con le copertine rigide e quelli regalati da amici e parenti, e non ne possono avere più di due. Quest’ultima norma, a mio parere, non è corretta, poichè per alcune persone un libro ha pari importanza del pane, e non è giusto vietar loro tale passione. Si sta andando incontro ad una norma che prevede, per ogni libro letto, uno sconto di pena pari a tre giorni e, alla fine di ogni anno, a quarantotto giorni. E’ noto a tutti che la lettura ci forma sia lessicalmente che culturalmente, quindi, perchè non permettere questo piacere a dei detenuti? Un libro può farci crescere ed intraprendere un viaggio all’interno di noi stessi. Esso ci fa vivere svariate e contrastanti emozioni: dalla felicità alla tristezza, dall’amore al rancore. Un libro può diventare il nostro compagno spirituale e possedere la chiave della nostra anima. Possiamo immedesimarci in una storia ed essere noi i veri protagonisti. I libri possono diventare i nostri migliori amici e, mentre ci avventuriamo nella loro lettura, anche se per poco tempo, ci fanno provare delle belle sensazioni. Ogni libro possiede una nota di magia e, conclusasi la lettura, quando usciamo da quella meravigliosa avventura e ritorniamo nel mondo reale, ci lascia qualcosa in più ed uno spunto per crescere. Per quanto riguarda la scrittura è nato un progetto, intitolato: “Racconti dal carcere”. Anche quest’ultima è una bella iniziativa per incoraggiare i detenuti a mettere su carta i loro pensieri e tormenti, al fine di alleggerire la propria anima e creare qualcosa di fruttuoso. Oggigiorno abbiamo bisogno di tutto ciò. Ma se esistono degli uomini che ne necessitano maggiormente, sono proprio i detenuti. Essi, per crimini e sbagli di ogni genere, vivono talvolta in condizioni disumane. Non è mio compito difendere coloro che si trovano nelle carceri, infatti non sono d’accordo con i libri associati allo sconto della pena, ma è necessario comprendere che bisogna pagare per gli errori commessi nelle condizioni adatte. Al fine di trascorrere del tempo accompagnati dalla cultura e per sentirsi liberi, è necessario aumentare le biblioteche nelle carceri ed incoraggiare tutti a donare dei libri ai detenuti.

Commenti
  1. mikyreporter 7 anni ago

    Ritengo che tu abbia saputo organizzare bene il discorso e affrontare tutti i punti senza annoiare i lettori.
    Mi piace molto il tuo stile e concordo pienamente con te.
    Il titolo

  2. 2000aghi8 7 anni ago

    Ciao Melania, davvero un bel testo, il messaggio che vuoi trasmettere

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