Da sempre si dice che i racconti facciano staccare dalla realtà e che con l’aiuto dell’immaginazione ci portino a vivere esperienze ed a provare sensazioni solo leggendo delle pagine di libri. Ogni persona avrà sicuramente provato sulla sua pelle l’effetto che un libro può fare, soprattutto nel caso esso ci interessi particolarmente e ci prenda emotivamente.
Personalmente credo che ci siano dei libri che sentiamo un po’ più nostri, per la storia che raccontano, per le coincidenze che possiamo trovare con la nostra vita, semplicemente perché certe volte, leggendo, sentiamo il cuore battere o gli occhi diventare lucidi.
In carcere, i detenuti vivono ovviamente una vita completamente diversa da quella di qualsiasi altro essere umano e questo ha palesemente delle ripercussioni pesanti sul loro stato psico-fisico, infatti, avendo un minimo contatto con la realtà, spesso si creano un mondo più ristretto legato alla loro esperienza e in certi casi impazziscono proprio perché vivono in una realtà molto chiusa.
Sicuramente la lettura potrebbe aiutare queste persone, che se sono determinate nell’aprirsi alla lettura, potrebbero trovare giovamento da questa attività e tramite essa potrebbero rendersi conto che l’immaginazione può aprirci a un tipo di esperienza soprattutto emotiva del tutto nuova.
Far provare delle emozioni attraverso le storie che portano è forse uno dei poteri più grandi dei libri, allora, credo davvero che sia giusto far avvicinare i detenuti alla lettura, anche mirata in certi casi, in modo che possano far volare la loro mente in delle situazioni diverse da quelle che vivono tra le mura delle carceri perché ogni libro ha un grande virtù, ovvero quella di portarci fuori dalla nostra quotidianità e dentro dei mondi diversi trasmettendoci sensazioni e insegnamenti che magari non abbiamo la possibilità di ottenere soprattutto nel caso delle persone in prigione che vivono sempre la stessa routine all’interno di una zona molto piccola rispetto all’immensità del mondo.
