Dovrebbe diventare una delle basi del sapere, parte della carta universale dei Diritti Umani, perché anche la libertà di conoscere e di potersi informare non è una possibilità concessa a tutti: quanti sono ancora oggi tutti quelli che sono analfabeti oppure, a causa della povertà, non dispongono di tecnologia o di qualsiasi informazione, a malapena di cibo? Ed ecco la novità proposta ultimamente, regala un libro ad un carcerato… è giusto o no dare la possibilità, ad un uomo o ad una donna che ha commesso reato, di poter conoscere cosa succede al di fuori delle sbarre, anche solo leggendo un giornale? Oppure è giusto punirli con l’isolamento più stretto? Viene in mente “Le ali della libertà”, un bel film dedicato ai detenuti di un carcere di massima sicurezza che insistono diversi mesi per ottenere dei libri ed ampliare la biblioteca della struttura, in modo da poter, oltre che passare il tempo, anche farsi un’idea di quello che succede fuori, viaggiando con la mente e con la fantasia. Forse è giusto anche capire cosa si prova ad essere isolati dal mondo, senza rapporti e senza sentire nessun parente per mesi o anni: un libro può ridare speranza ai detenuti, che si possono immaginare protagonisti di avventure virtuali, ma può far riflettere anche questi soggetti “pericolosi” sulle opportunità che ci sono essendo liberi di spostarsi, di informarsi, di parlare, di leggere. Anche attraverso le parole di grandi autori, come di nuovi, giovani scrittori, questi uomini “sbagliati”, affascinati dalla narrativa o dalla poesia, riavranno una possibilità di vivere dalla parte giusta.

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