Fino a quarantotto giorni di carcere in meno in un anno: è lo sconto di pena che, come già in altri Paesi, anche in Italia potrebbe essere concesso ai detenuti, a patto che ….. LEGGANO! Troppo semplice? Per chi ama farlo, ovviamente, si tratterebbe solo di unire l’utile al dilettevole, ma si deve partire dal presupposto che chi è finito in carcere probabilmente non ha avuto interesse né modo di coltivare le proprie letture. Al di là del contributo che questa meritoria iniziativa porterebbe alla grave questione del sovraffollamento carcerario, l’arricchimento culturale veicolato da libri adeguati aiuta qualsiasi individuo ad aprire la mente e a modificare alcuni aspetti del proprio carattere, offrendo occasioni di serenità e di possibile “evasione” fantastica dalla propria situazione di disagio. È difficile immaginare nella quotidianità le sensazioni e lo stato d’animo che un carcerato prova lontano dalla vecchia vita e dalla famiglia, all’interno di edifici spesso tetri, costretto a vivere isolato e a volte maltrattato. Dato l’elevato numero di prigionieri e il consistente deficit economico delle case di pena, per incrementare eventuali biblioteche interne con libri nuovi, ben venga un sostegno esterno, da parte di tutti noi “liberi”, in grado, con un piccolo gesto, di regalare tanto a chi ha poco. Nella vita tutti commettiamo degli errori, perciò sarebbe opportuno avere compassione e contribuire ad alleviare le condizioni di detenzione: chi, a seguito dei reati commessi, ha perso la propria libertà potrebbe trovare nei libri nuove chances di riscatto, occuperebbe il tempo che non passa mai, avrebbe uno stimolo per riflettere e restare aggiornato.

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