Leggere apre la mente e dà nuove idee e nuovi orizzonti per chiunque venga a contatto con questa esperienza; anche per i meno fortunati come i carcerati.
Infatti recentemente si discute molto riguardo all’idea nata a Roma che, dopo essersi reso conto che le biblioteche dei penitenziari sono spesso mal fornite, ha avviato una raccolta di libri da donare alle carceri di tutta Italia; proprio per incentivare la lettura dei libri anche fra i penitenziari.
Questa campagna per incentivare la circolazioni di libri nei carceri è già stata avviata all’estero con una piccola riduzione di pena per chiunque legga almeno un libro; mentre invece attualmente in Italia c’è una proposta di legge simile a quelle già attuate all’estero.
Leggere è un’attività molto importante poiché, oltre ad arricchire il nostro lessico, ci rende molto più colti e informati e soprattutto ci permette di venire a contatto con le idee, i sentimenti e le passioni di chi scrive. Dunque è giusto che chiunque possa leggere ciò che più stimola il suo interesse.
Inoltre ritengo che per un carcerato l’unico modo per evadere con la mente e per sentirsi meno soli e più distanti dalla propria cella sia proprio leggere e abbandonarsi alle emozioni e ai sentimenti che ci travolgono costantemente nella lettura.
Lo sconto di pena per chiunque legga dei libri è una buona trovata per incentivare a leggere e per avvicinare di più un detenuto ai libri; ma credo anche che, dopo aver iniziato ad appassionarsi alla lettura, non lo si faccia più molto per la riduzione di pena ma più per un piacere e una passione personale.

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