Un libro per ripartire. Un libro per rinascere. Il carcere dovrebbe essere un luogo di rieducazione, un luogo dove un uomo ha l’opportunità di ricominciare la sua vita.
Leggere un libro può dare la possibilità al reo, oltre di passare il tempo, anche di trovare un hobby in cui immergersi completamente.
Un libro, per quanto possa essere dura la vita in carcere, può farti immergere in un mondo che nessuno può toccarti, un posto totalmente tuo, a cui solo tu puoi accedere. È persino un ottimo metodo di per formare i detenuti a futuri lavori.
È un aspetto molto importante quello della formazione, poiché permette ai carcerati di avere un lavoro tra le mani, usciti di prigione e, sicuramente, dando ad ogni persona in galera un semplice libro, si favorisce questo processo.
Questa iniziativa aiuterebbe i detenuti a scoprire magari nella lettura una piacevole attività. I direttori delle carceri dovrebbero usare i libri come veri e propri mezzi per la “riabilitazione” dei propri detenuti.
Se ogni persona, uomo o donna che sia, trovasse il proprio genere letterario preferito, costituirebbe anche un ottimo passatempo.
Bisogna ovviamente mettere in preventivo che alcuni dei detenuti potrebbero usare i libri per scambiarsi messaggi in codice o per passarsi piccoli oggetti. Tutto sta nel sorvegliarli accuratamente; ma, a parte queste iniziali difficoltà, sarebbe un’attività formativa che gioverebbe a ciascun detenuto.
