Affidereste vostra nonna ad un robot?
Questa domanda sorge spontanea leggendo notizie sul robot “Coro”, programmato per essere utile in vantaggio agli anziani che, non più autonomi, hanno bisogno di un aiuto per molte attività pratiche. Infatti il robot è in grado di svolgere molti lavori, dal fare la spesa al sollevare oggetti, ed è in grado di essere utilizzato in maniera semplice, poiché basta un tablet per comandarlo.
Certo, un’ammirevole invenzione, mancante però di un importante particolare: le emozioni umane.
Non è forse meglio affidare gli anziani ad una persona in carne ed ossa, in grado di provare emozioni e prendere decisioni per aiutare le persone accudite?
Certo, qualcuno potrebbe obiettare riferendosi al fatto che molte badanti e assistenti sono privi del permesso di soggiorno e che non siano lavoratori regolarizzati da un contratto. Inoltre ci sono sono stati casi di badanti trovati a derubare anziani e addirittura a maltrattarli brutalmente.
Tuttavia questi casi sono una piccolissima minoranza rispetto all’enorme massa di badanti in attività, la maggior parte dei quali sono solamente alla ricerca di un lavoro onesto.
Molti anziani hanno dichiarato ai propri parenti che la presenza dei/delle badanti li rassicura e non nutrono alcun dubbio sulla natura onesta delle intenzioni di quelle persone che molte volte provano riconoscenza per i propri datori di lavoro, i quali hanno offerto un’opportunità di riscattarsi nel mondo del lavoro dopo un licenziamento, realtà molto frequente al giorno d’oggi.
Perché affidarsi ad un robot, seppure efficiente, quando si può contare su essere umani che sono disposti a svolgere le stesse mansioni, anche se in maniera più approssimativa, ma che,a differenza della prima opzione, possiedono un cuore?
