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Un diritto fondamentale che l’Italia ha da sempre assicurato ai suoi cittadini è la sanità pubblica, importantissima per salvaguardare la salute e il benessere della popolazione poiché garantisce visite a costo zero o comunque molto basso.

Ultimamente il “da sempre” è da rivisitare, poiché è da ormai dallo scoppio della pandemia del coronavirus, che ha colpito il nostro Paese nell’anno 2020, che le persone e i pazienti continuano a denunciare un’apparente privatizzazione del sistema sanitario pubblico.

Testate giornalistiche, come il Quotidiano Nazionale o il Corriere della Sera, hanno preso in considerazione queste denunce, che hanno fatto emergere elementi e problematiche che molti avrebbero continuato a passare sotto silenzio.

Tra i “molti” rientrano sicuramente tutti coloro che si rivolgono ad un sistema sanitario privato e coloro per i quali invece non fa alcuna differenza. Rimane il fatto che in entrambi i casi non ci si rende conto di quanto questa situazione possa essere svantaggiosa per tutte le persone (cittadini italiani e stranieri) che non hanno la disponibilità economica: si presuppone che i “molti” l’abbiano.

Quali sono le problematiche che sono sorte nel sistema pubblico sanitario?

Confrontandomi con mia madre, che da una decina di anni ha potuto sentire il netto contrasto tra il sistema pubblico sanitario pre Covid e post Covid, è emerso che oggi si aspetta ore per la prenotazione per poi venire a sapere che non c’è posto per i prossimi mesi (a volte anni) e che si dovrebbe procedere privatamente se ci si vuole assicurare una visita in tempi rapidi; ma come si fa se non si ha la disponibilità economica (per gli anziani a volte la pensione non è abbastanza necessaria a coprire le spese ordinarie)? Bisogna anche considerare che nel privato i prezzi sono aumentati negli anni progressivamente.

Ma non è rischioso che i tempi di un esame o di una diagnosi si allunghino così tanto? Se si considera per esempio un paziente che non è consapevole di essere soggetto a una malattia grave, nel peggiore dei casi asintomatica, che vorrebbe controllare il proprio stato di salute rivolgendosi ad un servizio sanitario pubblico, noi vediamo chiaramente che egli non potrà o almeno non subito, sempre che non decida di pagare. I lunghi tempi d’attesa però potrebbero portare ad un aggravamento della situazione e minacciare la salute del cittadino. 

L’attesa corrisponde ad uno dei motivi per cui ci si rivolge al privato.

L’attesa, se per alcuni è un’opzione, per altri non è possibile, poiché ci sono visite fisse e controlli obbligatori che, secondo le indicazioni del medico di base, devono essere fatti periodicamente. Mia mamma rientra in questi: ogni sei mesi per poter controllare gli effetti e l’andamento della sua epatite deve obbligatoriamente fare un’analisi del sangue e un’ecografia e quest’ultima ogni volta richiede un costo, nonostante lei si rivolga ad un servizio sanitario pubblico come l’ASL.

L’epatite di mia mamma non è curabile e nonostante ciò dobbiamo pagare; per quanto riguarda invece le malattie curabili il sistema sanitario pubblico tende a rimandare il processo di guarigione al futuro, sottovalutando così il problema del paziente, che preferisce rivolgersi al servizio privato dove la risoluzione è immediata per quanto i costi siano molto elevati.

Invece dal punto di vista dei bambini se prima il bilancio (visite specializzate per salvaguardare la salute del bambino, come la visita oculistica) fino ai sei anni erano gratuite, adesso sono solo a pagamento. Non ho idea di quanti soldi la mia famiglia abbia dovuto spendere per visite oculistiche, ortopediche, allergologiche e altre di tre figli nonostante ci fossimo affidati ad un servizio sanitario pubblico. Soldi che avremmo, come anche altri, potuto impiegare diversamente. 

Proprio per questi motivi si dice che la sanità pubblica sia in realtà privata e ritengo che a causa di tutti i problemi che la privatizzazione dei servizi sanitari pubblici ha provocato, abbiano ragione coloro che la denunciano, anche perché si continua a credere che il sistema sanitario sia uno dei migliori. 

Io sono sicura che potrebbe esserlo (soprattutto il privato) se i costi non fossero così elevati e se non si dovesse pagare nella sanità pubblica solo per avere tempi d’attesa più brevi.

Alcuni credono che questi aspetti negativi siano dovuti a una carenza di medici; non intendo negare che questo possa essere un fattore che abbia determinato una privatizzazione, ma credo che questo non tolga il fatto che i cittadini in Italia abbiano comunque il diritto di un’assistenza sanitaria gratuita e che la mancanza di medici in Italia sia dovuta dalla programmazione sbagliata di ingressi in Medicina anni fa, che consentiva solo 9-10 mila ingressi e una quantità di borse di specializzazione insufficiente per il numero di laureati. 

In conclusione credo che il sistema sanitario pubblico stia continuando a peggiorare e che le criticità debbano essere affrontate con provvedimenti presi direttamente dallo Stato.

 

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