IMG 8350

Donald Trump sarà il primo presidente che avrà ricoperto due mandati presidenziali non consecutivi, ma anche il primo con una serie di comportamenti illegali come ad esempio una condanna per frode fiscale, incitamento all’insurrezione, molestie sessuali per citarne alcune.

Le elezioni presidenziali negli Stati Uniti d’America segnano un momento delicato per il futuro politico del paese con implicazioni anche internazionali.

 

Per quanto riguarda la politica estera, credo che il nuovo presidente affronterà subito il conflitto russo-ucraino in Europa e il conflitto in Medio Oriente. Nessuno si aspetta che Trump risolva il conflitto in Ucraina in ventiquattro ore, come peraltro ha dichiarato, ma vuole sicuramente giungere ad un accordo nel più breve tempo possibile anche a costo di minacciare entrambe le fazioni. In Medio Oriente, la situazione potrebbe essere diversa. In campagna elettorale, il tycoon ha assicurato che Netanyahu sarebbe stato libero “di finire il suo lavoro” a Gaza, mostrandosi quindi contrario ai tentativi di limitare i fronti di guerra aperti dall’esercito israeliano. In altre parole, per Trump la fine della guerra in Medio Oriente equivale alla “vittoria” di Israele e ad un accordo tra israeliani e sauditi che archivi le rivendicazioni di uno stato palestinese.

 

Trump sicuramente continuerà, come aveva già fatto nel precedente mandato, a lavorare per rendere indipendenti gli Stati Uniti rispetto al resto del mondo. Questa indipendenza passa attraverso la politica energetica, ovvero ridurre la dipendenza dalle fonti di energia esterne. Questo obiettivo sarà perseguito principalmente tramite la promozione della produzione interna di energia fossile, in particolare petrolio, gas naturale e carbone, che sono le principali risorse energetiche tradizionali americane, ma allo stesso tempo contrastano drasticamente con l’impatto ambientale e il grave problema del riscaldamento globale. Ora che tutti i paesi si stanno impegnando a utilizzare risorse alternative rinnovabili, la scelta americana sarà alquanto discutibile.

Ci sarà un rafforzamento dell’”America First”, cioè l’America prima di tutto. Concentrarsi su politiche che rafforzino l’autonomia del paese, riducendo l’impegno in alleanze internazionali, significherebbe proteggere la sovranità e la sicurezza degli Stati Uniti. La conseguenza di questa scelta potrebbe portare, come già avvenuto nel precedente mandato, ad un forte aumento del budget della difesa, spendendo enormi quantità di denaro per modernizzare le forze armate, migliorare la tecnologia bellica e aumentare la presenza militare in alcune regioni strategiche. A questo proposito mi chiedo cosa capiterà con la NATO;: il neo presidente, nel suo primo mandato, aveva chiesto ai paesi membri della NATO un contributo per le spese militari comuni pari almeno al 

2% del loro PIL, con la minaccia di ridurre l’impegno militare degli Stati Uniti in Europa se non fossero aumentate le loro spese per la difesa. E ora cosa succederà?

Anche la questione dell’immigrazione per Trump è un problema di sicurezza nazionale e preservazione dei valori americani. Ci ricordiamo ancora tutti la costruzione del muro al confine con il Messico nel suo primo mandato; probabilmente intensificherà il “Remain in Mexico”, che obbligava i migranti in attesa di asilo a rimanere nel proprio paese, mentre il loro caso veniva esaminato negli Stati Uniti. Potrebbe adottare misure ancora più dure per limitare l’accesso agli Stati Uniti per chi cerca asilo, specialmente da paesi del Centro America. 

Da uomo di business, l’economia sarà probabilmente uno degli aspetti centrali della presidenza di Trump. E’ possibile che continui a  puntare sulla riduzione delle tasse e sul sostegno alle grandi imprese, ma per continuare a “proteggere” la sua America e le sue industrie lo scontro con la Cina sarà inevitabile. Si intensificherà la guerra commerciale che verrà utilizzata come strumento per separare l’economia americana e cinese; il tycoon ha promesso dazi del 60% o più su tutto ciò che è prodotto in Cina

 

Da ragazza di diciassette anni, non riesco a capire come possa essere salito al potere una persona con ideali e interessi così lontani dai miei e soprattutto con un fine e con degli obiettivi che minacciano il futuro di noi giovani. Riportare gli Stati Uniti d’America alla loro grandezza è sicuramente giusto, ma le azioni e le politiche che vuole mettere in campo sono discutibili e arretrate; il ritorno a vecchie fonti di energia, per esempio, va contro tutto quello che si è cercato di fare in termini di fonti alternative e energie sostenibili; l’inclusione e l’aiuto verso le categorie più in difficoltà non sono certo attuabili con “un muro” che separa le famiglie. 

Il vero problema, però, secondo me, sono le persone che lo hanno sostenuto, votato e voluto a capo del loro paese e che quindi, credo, condividano le stesse idee. Sono tante e penso possano rappresentare una minaccia per il futuro dell’America e non solo.

 

0 Comments

Leave a reply

Go to top

Log in with your credentials

or    

Forgot your details?

Create Account