Recensione: Un delitto che riflette il patriarcato strutturale
L’articolo scritto sul Corriere della Sera racconta la condanna all’ergastolo di Filippo Turetta per l’omicidio di Giulia Cecchettin, evidenziando la premeditazione e la crudeltà del delitto. La vicenda è un esempio tragico di violenza di genere e del patriarcato strutturale che alimenta il controllo e la persecuzione delle donne da parte degli uomini.
Sono state escluse le aggravanti di agire con crudeltà e stalking nei confronti della vittima, nonostante la premeditazione dal 7 all’’11 novembre, la lista delle cose da comprare e da fare (tra cui legarla e metterle un nastro in bocca), le 75 coltellate, e le costanti minacce per messaggio. È stato un atto compiuto per spirito punitivo, diceva infatti: “soffro io e soffri anche tu”.
La violenza di Turetta non è solo un atto individuale, ma si inserisce in un sistema che, storicamente, normalizza il controllo degli uomini sulle donne. Le dinamiche di persecuzione e possesso che emergono da questa vicenda sono frutto di una cultura che insegna agli uomini a considerare le donne come una proprietà e non come persone con diritti autonomi.