Il 5 di questo mese è stata finalmente approvata una legge sul diritto all’oblio oncologico, provvedimento che impedisce che banche o assicurazioni possano imporre per l’accesso ai loro servizi condizioni discriminatorie verso chi è guarito da tumori o altre patologie oncologiche. In precedenza gli ex malati di cancro, anche se guariti, non potevano ottenere un mutuo oppure l’adozione di un bambino a causa della preoccupazione, da parte delle istituzioni che offrono questi servizi, che il tumore potesse tornare, subendo così una discriminazione, in aggiunta al dolore causato direttamente dalla malattia.
Per risolvere tale problema già in altri Paesi europei come Francia, Paesi Bassi, Portogallo e da ora anche in Italia, è stata approvata questa legge che garantisce la richiesta di accesso ai servizi a coloro che sono riusciti a superare la malattia e che sono in fase di remissione completa da almeno dieci anni, o cinque se il tumore è stato diagnosticato nel paziente prima dei 21 anni. Viene garantito il diritto a non fornire informazioni o subire indagini rispetto alla propria condizione pregressa, anche se tali informazioni sono già in possesso del fornitore del servizio.
Prima di conoscere questo argomento attraverso “Il Quotidiano in Classe”, non ne avevo mai sentito parlare e mi sono chiesta per quale ragione un tema così importante non abbia un altrettanto riscontro mediatico. Mi sono informata e ho capito che forse non è un problema che banche e assicurazioni vogliono realmente risolvere perchè da parte loro rimarrebbe la paura del ritorno della malattia e di conseguenza di non vedere restituiti i propri prestiti e di subire significative perdite economiche.
Anche il nuovo provvedimento che sembra a molti, me compresa, una grande agevolazione lo è solo apparentemente. Sicuramente rappresenta un passo avanti rispetto alla situazione precedente di completa insensibilità, ma allo stesso tempo quei dieci anni rappresentano una notevole parte della vita di una persona, troppi per quanti stanno cercando di costruirsi una nuova vita dopo la sofferenza della malattia.
Confido perciò che questa legge rimanga in vigore ma che venga in futuro trasformata per quanto sia possibile per rispondere alle esigenze e necessità degli ex pazienti oncologici, che non possono essere ascoltate solamente dopo dieci anni.