L’oblio oncologico è finalmente un diritto garantito dalla legge: dopo 10 anni in assenza di recidive (5 se la malattia è stata diagnosticata prima dei 21 anni) non c’è più l’obbligo di dichiarare di avere affrontato un tumore.
Questo è ciò che è stato dichiarato in Senato poche settimane fa, con la tanto attesa approvazione di una legge che potrà mettere fine alle discriminazioni e difficoltà a cui un ex-paziente oncologico deve ancora far fronte.
Infatti, al momento della stipula di un contratto, è possibile richiedere informazioni sullo stato di salute del fruitore del servizio, in particolare quando si parla di assicurazioni o banche. Chiunque avesse avuto un tumore nell’arco della propria vita è sempre stato obbligato a dichiararlo in tale situazione, venendo poi discriminato per paura di una recidiva. Le banche potrebbero decidere di non concedere un mutuo, potrebbe essere negata un’assicurazione sulla vita o addirittura l’adozione di un bambino. Le difficoltà, frutto della discriminazione, sono quindi enormi e assolutamente non necessarie, con un forte impatto sulla psicolgia degli interessati. Le persone che hanno affrontato un tumore, venendo considerate diverse da tutti gli altri, anche se a tanti anni di distanza da esso, si sentono ancora invalidate, in quanto è rimasto come un segno distintivo. È estremamente demoralizzante sentirsi ancora così legati a una malattia che si è tanto assiduamente combattuta, considerando che avere un tumore e senza dubbio un’esperienza che ti sconvolge la vita. La guarigione è lunga, faticosa e richiede moltissimi sacrifici. È un continuo di alti e bassi, di paura, di sconforto, di stanchezza e preoccupazione. Di conseguenza, una persona che è riuscita ad affrontarla vuole poi tornare alla sua vita, sperando che diventi tutto al più presto solo un lontano ricordo. Non vuole più essere etichettata come “malata oncologica” o continuare a essere trattata come tale, perché significa non riconoscere tutto il percorso che ha fatto e la vittoria che ha raggiunto. A livello psicologico può quindi risultare molto pesante dover continuare a dichiarare ogni volta l’aver affrontato un tumore, riportando ogni volta a galla ricordi che magari si vorrebbe lasciare nel passato.
Ciò che questa legge finalmente consente è dunque la possibilità per tutti gli ex malati tumorali di lasciarsi il passato alle spalle. Poter finalmente tornare alla vita che avevano prima e smettere di essere discriminati per una malattia che è già costata loro a sufficienza. Significa aiutare degli ex-malati oncologici a tornare persone comuni, a tornare alla normalità, che, per quanto possa sembrare scontata, a volte appare un miraggio e invece è racchiuso proprio in essa tutto ciò di cui si ha bisogno.