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Gennaio 2021. Italia.

La pandemia imperversa nel nostro Stato, composto ormai da persone riluttanti  al minimo contatto fisico. L’aria non ha più il solito tono di leggerezza ma l’ombra di una sostanza tossica, messaggera di germi e malattie. L’eclissi del Covid-19 ricopre ancora il nostro territorio, e con questo le nostre scuole.

Un clima buio, un periodo tenebroso come questo viene però, inaspettatamente, sollevato da una particolare novità perché nelle scuole sono stati introdotti i banchi a rotelle. Pensato come un mezzo per il distanziamento studentesco e il miglioramento delle condizioni didattiche a ridosso del Covid, all’interno delle classi i banchi a rotelle non sembrano causare disagio o ambiguità, ma vengono visti immediatamente come un cambiamento esotico, totalmente estraneo al quotidiano degli studenti. Per quanto sembrasse – a posteriori – una scelta ambigua, la prima impressione scatenata dai nuovi banchi è infatti l’euforia: gli studenti appesantiti dal grave problema della didattica alternata, del distanziamento sociale e scolastico, tra studente e studente, tra studente e professore, hanno reputato questa novità come l’unica boccata d’aria disponibile in quell’ambiente.

Sarebbero recepiti diversamente se giungessero oggi nelle scuole? Ovvio che sì. La condizione della maggior parte degli studenti d’oggi è diametralmente opposta: certo le aule in cui si riuniscono non sono espressione di ricchezza e prosperità oggi come sempre; tuttavia se prima la piaga sottometteva i ragazzi ad un confinamento asfissiante, ora è il contrario perché brancolano verso un futuro sempre più ambiguo e mutevole. Certo non si può dire che il Covid desse certezze o stabilità. Nessuno sapeva se ci saremmo mai ripresi. Ciò nonostante, la sola presenza della pandemia imponeva una condizione, e questa era universale: o Covid, o non Covid. Questo era uno standard che impostava ogni stato d’animo verso l’una o l’altra alternativa, limitando le prospettive e limitando le speranze. Oggi il futuro sembra di gran lunga più incerto e ogni ragazzo è chiamato a preoccuparsi per la futura società che abiterà.

Ecco, in una piccola società di studenti ansiosi ed informati, che reazione avrebbero i banchi a rotelle? È chiaro, sarebbero acidamente criticati come inutili sprechi. Lo studente d’oggi è forse più attento a ciò che può essere o meno salvaguardato dallo spreco, forse per la prosciugante esperienza del Covid forse per altri problemi, come il cambiamento climatico o le guerre, ma se appare una stravagante novità il primo appello degli studenti riguarda l’utilità. Ma forse la questione maggiore è un’altra: i banchi a rotelle, per quanto innocui, hanno incrinato nuovamente il già delicato rapporto tra studenti e amministratori. Difatti è grave che quest’invenzione sia stata considerata valida per risolvere i problemi del Covid, e sarebbe anche peggio che fossero solo uno spunto per i sorrisi degli studenti. Questi non sentivano il bisogno di banchi a rotelle o videocamere a riconoscimento-mascherina; una volta ricevuti avranno pensato:”Ma che combinano al Ministero?”

La sfiducia sentita verso il Ministero aumenta, le speculazioni sulla capacità degli amministratori aumentano e i banchi a rotelle non aiutano. Per questo alla sorpresa iniziale seguono le critiche e i giudizi. Ritengo però che ciò non sia né normale né accettabile. È naturale pensare che sia prevedibile e perciò non così rilevante, ma non giustifica il progressivo allontanamento tra studenti e dirigenti, un rappoorto che non è altro che lo specchio della relazione tra cittadino e governo. Un contatto flebile, una fiducia trasparente e una relazione instabile.

La vera questione è forse quella della fiducia, che se debole impoverisce nettamente l’ambiente e l’esperienza scolastica. Questo non solo impedisce allo studente di sentirsi più sereno ma anche più protetto.

Già, forse l’idea dei banchi a rotelle sarebbe dovuta essere meditata più a lungo prima di essere promossa al Ministero. Ma, forse, è stata essenziale la loro presenza o persino le voci su di loro per il 2021. Fatico a immaginare una realtà in cui tutte le battute e gli scherzi sui banchi a rotelle non fossero nati. Come ho già detto, sono stati fonte di meraviglia e ambiguità, e ciò significa che sono stati la ragione per la quale, per molti mesi, gli studenti sono riusciti a ridere della situazione che stavano vivendo anziché continuare a compiangerla. Forse senza i banchi a rotelle avremmo ancora un’epidemia a perseguitarci.

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