banchi a rotelleeeeeee

Le sedute innovative, i famosi “banchi a rotelle”, acquistati dal governo italiano durante la pandemia come alternativa ai classici banchi con lo scopo di garantire agli studenti il ritorno in sicurezza alla didattica in presenza, ad oggi si ritrovano a prendere polvere nei magazzini dei diversi Comuni e Province.

Giudicati da molti inutili e molto dispendiosi, sono stati adottati da pochissime scuole poiché li ritenevano inadeguati e scomodi per l’attività didattica.

C’è chi però a sorpresa ha deciso di dare loro una nuova vita: il Sindaco di un piccolo Comune del padovano ha deciso di acquistarli ad 1 euro l’uno per arredare una grande sala riunioni e quindi utilizzarli non per lo scopo cui erano stati pensati.

Questi due fatti riguardanti la medesima questione, ovvero l’utilizzo dei banchi a rotelle, mette in chiara evidenza come i soldi pubblici possano essere ben utilizzati o sprecati.

Da una parte vi è stato l’acquisto massiccio di banchi che sono stati difficili da utilizzare per una serie di problematiche: sono risultati ingombranti nelle aule didattiche che non sono mai molto ampie, la ribaltina era troppo piccola e non consentiva di aprire più libri per volta, come spesso risulta necessario agli studenti durante la lezione, le rotelle non si potevano bloccare e se il pavimento non era perfettamente in piano la sedia iniziava a spostarsi. E’ stato solo l’ingegno dei singoli a permettere di non sprecare questa risorsa ed a utilizzarli non per il motivo per cui erano stati ordinati: alcune scuole li hanno impiegati nei laboratori oppure li hanno assegnati agli insegnanti di sostegno, consentendo così loro di muoversi secondo le esigenze.

Dall’altra invece si può intuire che a spingere il Comune all’acquisto e all’utilizzo di questi “banchi” vi sia stata l’esigenza di gestire il bene pubblico in modo che possa tornare utile a chi ne ha bisogno: nessun bene pubblico deve rimanere inutilizzato se funzionante. In questo caso si tratta comunque di sedie nuove, certificate e che possono sicuramente tornare utili per occasioni di breve durata come convegni, conferenze e riunioni; inoltre ha permesso al Comune di risparmiare perché, se comprate nuove, sarebbero costate sicuramente molto di più.

Viene naturale chiedersi quindi se i soldi siano stati spesi bene ed è addirittura doveroso chiederselo quando si tratta di risorse pubbliche.

Ma la questione è cosa vuol dire “bene”? Per alcuni significa che sono stati spesi secondo regole e procedure, per altri “bene” significa senza sprechi, per altri ancora può voler dire che sono stati spesi per una giusta causa.

Io credo che si possa dire che i soldi sono stati spesi “bene” se producono gli effetti desiderati: la spesa pubblica deve costituire un valore aggiunto per la collettività e contribuire davvero a migliorare le cose; un’azione pubblica può infatti essere corretta dal punto di vista formale, non comportare sprechi, essere rivolta a un buon fine e, nonostante tutto questo, dimostrarsi del tutto inefficace.

Molto spesso le spese fatte con i soldi pubblici non tengono conto delle reali necessità: un esempio di spreco di soldi di cui sono stato testimone in prima persona è stato quello delle mascherine che erano state distribuite in tempo di pandemia a tutti, studenti della scuola compresa, dalla Regione Piemonte.

Suppongo che, essendo state acquistate in grandi quantità per essere distribuite a tutta la popolazione della Regione Piemonte, il costo di questa operazione sia stato di non poco conto: ma queste mascherine erano completamente inutilizzabili, poiché troppo grandi per le nostre facce di allora, con gli elastici di carta che si rompevano e che, oltretutto non garantivano la protezione come le FFP2.

Perché sono state acquistate senza tener conto delle reali necessità di coloro che dovevano utilizzarle?

Sarebbe quindi opportuno che la politica iniziasse a prendere decisioni informate e più consapevoli basate su reali necessità su come spendere i soldi pubblici e non dettate spesso dall’impulso del momento basate su una “presunta” efficacia.

 

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