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Nel tentativo di rispondere alle esigenze emergenti durante il periodo pandemico, le istituzioni spesso si trovano a fronteggiare sfide impreviste, ma anche a gestire risorse in maniera efficiente ed efficace. Tuttavia, ci sono casi in cui l’acquisto di beni o l’implementazione di misure si traducono in sprechi pubblici evidenti, come nel caso dei tanto discussi “banchi a rotelle”. 

Tutti noi siamo a conoscenza della loro storia: molti istituti – nel tentativo di ridurre il rischio di contagio fra gli studenti – hanno acquistato i cosiddetti “banchi a rotelle”, che si sono però rivelati un grande fallimento: tali banchi sono stati poco utilizzati, se non addirittura trascurati e relegati nelle soffitte delle scuole. 

 

Fortunatamente, non ho mai visto né utilizzato questi banchi durante il mio percorso scolastico, ma sono sicuro che invece molte altre scuole abbiano preso parte a tale spreco di risorse pubbliche.

Altro ambito in cui lo spreco pubblico si fa sentire è quello dello spreco alimentare. In Italia, e in particolare nella mia città, Torino, questo fenomeno non solo sta incidendo pesantemente sull’economia e sull’ambiente, ma sta anche mettendo in discussione la nostra moralità e il nostro senso di giustizia sociale.

La cultura del cibo è profondamente radicata nella società italiana; eppure, paradossalmente, una grande quantità di alimenti finisce nella spazzatura anziché sulle tavole di coloro che ne hanno bisogno. Secondo i dati desunti proprio dal sito della città metropolitana di Torino, circa un terzo delle derrate alimentari disponibili viene gettato via ogni anno, una cifra sconcertante se consideriamo il numero di persone che soffrono la fame o la malnutrizione.

Le ragioni dietro questo spreco sono molteplici: si va dalla scarsa pianificazione degli acquisti da parte dei consumatori, alla politica commerciale delle grandi catene di distribuzione che spesso promuovono l’acquisto di grandi quantità di prodotti con offerte allettanti, incoraggiando così un consumo eccessivo e una successiva eliminazione di alimenti ancora perfettamente commestibili. Inoltre, la mancanza di consapevolezza sull’effettiva durata di conservazione degli alimenti e sulla corretta gestione delle scorte contribuisce ulteriormente a questo spreco diffuso.

Fortunatamente, esistono iniziative e progetti che mirano a contrastare questo problema. Un esempio degno di nota è il progetto “Una Buona Occasione” della Regione Piemonte, che si impegna attivamente a sensibilizzare i consumatori e ad offrire strumenti pratici per ridurre gli sprechi alimentari: attraverso l’utilizzo di una piattaforma digitale e di un’applicazione dedicata, i cittadini possono apprendere come pianificare gli acquisti in modo più oculato, conservare correttamente gli alimenti e utilizzare gli avanzi in modo creativo attraverso ricette antispreco.

Tuttavia, la soluzione a questo problema richiede un impegno collettivo a tutti i livelli della società: è fondamentale educare i cittadini fin dalla giovane età sull’importanza del rispetto e della valorizzazione del cibo, promuovendo pratiche di produzione e distribuzione più sostenibili e rivedere le politiche di gestione delle risorse alimentari a livello nazionale e internazionale.

Un altro enorme problema italiano, che ha sempre a che vedere con gli sprechi pubblici, è quello dell’evasione fiscale: le stime indicano che decine di miliardi di euro sfuggono ogni anno all’erario a causa di pratiche illecite quali l’omessa dichiarazione dei redditi, la frode fiscale e l’evasione contributiva. Questi capitali, se correttamente tassati e destinati alle casse dello Stato, potrebbero essere impiegati per finanziare servizi pubblici essenziali come sanità, istruzione, trasporti e assistenza sociale, migliorando così la qualità della vita dei cittadini e promuovendo una maggiore equità sociale.

La principale causa dell’evasione fiscale è sicuramente una tipica mentalità diffusa tra molti cittadini: spesso tale illecito è giustificato da una percezione di ingiustizia nel sistema fiscale o da una notevole sfiducia verso le istituzioni. Inoltre la mancanza di trasparenza e la complessità del sistema fiscale, insieme alla scarsa capacità di controllo e di repressione da parte delle autorità competenti, giocano un ruolo significativo.

È ormai da anni che il nostro Stato cerca di ovviare a questa problematica, ma la verità è che combattere l’evasione fiscale richiede un impegno congiunto da parte sì dello Stato, ma soprattutto da parte delle istituzioni, delle imprese e dei cittadini.

 

In conclusione, gli sprechi pubblici assumono diverse forme e possono derivare da una varietà di cause, dall’acquisto di beni poco utilizzati all’evasione fiscale e allo spreco alimentare. È importante che le istituzioni e i cittadini lavorino insieme per identificare e ridurre tali sprechi, garantendo così un uso efficiente delle risorse pubbliche e contribuendo a costruire una società più equa e sostenibile per tutti.

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