La disparità salariale, o differenza salariale in questo caso, è l’eccessiva differenza tra gli stipendi più alti dei lavori più qualificati e quelli più bassi.
Questa differenza normalmente non darebbe problemi allo stato, ma eticamente non è giusta poiché la differenza è troppo elevata in alcuni casi e troppo scarsa in altri.
Voi direte che è ovvio che se due persone fanno due lavori diversi vengano pagati in modo diverso. Ma ciò di cui si parla in questo caso è l’eccessiva differenza tra un muratore, per esempio, che guadagna magari ventimila euro all’anno e un top manager che ne guadagna un milione.
Questa disparità causa molto spesso problemi relativi alle situazioni finanziarie dei lavoratori.
Infatti, per esempio, un lavoratore, come un operaio edile che guadagna al mese solo ciò che serve per vivere e magari mantenere la propria famiglia, non riesce a rimanere in pari con l’affitto o le tasse e inizia a lavorare in nero per non dichiarare i redditi che dichiarerebbe se lavorasse normalmente.
Allo stesso modo un top manager non dichiara tutti i suoi redditi al fine di tenersi la maggior parte dei ricavi mensili.
In questi anni si è cercato di diminuire il salario del top manager e aumentare quello del muratore.
Ma non è così semplice perché d’altronde il manager non vuole lasciar andare una parte del suo stipendio.
Ma se non lo facesse, il lavoratore con lo stipendio basso sciopererebbe con altri nella stessa condizione e l’azienda non avrebbe abbastanza lavoratori per guadagnare e non potrebbe più pagare nessun dipendente.
Ecco perché il manager dovrebbe lasciare una minima parte del suo stipendio al lavoratore, appunto per evitare di non essere pagato per niente.
Purtroppo, questo tema non è ancora stato risolto del tutto e ne si di discute ancora oggi.
LA DISPARITÀ SALARIALE
Ogni anno diversi studenti universitari, subito dopo essersi laureati, devono affrontare come primo problema quello della ricerca di un lavoro.
In tale ricerca è certamente importante per gli studenti sapere quale sarà lo stipendio che percepiranno e quali vantaggi anche economici deriveranno loro dalla professione che svolgeranno.
Perciò ci preoccupiamo di come lo Stato gestirà la questione salariale, e magari presupponiamo che, poiché siamo nel XXI secolo e tutti parlano di parità di genere, non esista alcun divario tra uomini e donne.
Purtroppo invece nella società attuale esiste ancora una grande differenza di salario ingiustificata tra i generi diversi.
Nel 2024 le donne guadagnano il 10% in meno rispetto agli uomini. I dati dell’anno 2023 segnano che la retribuzione media annua complessiva per il genere maschile è stata di 26.227 euro contro i 18.305 euro del genere femminile.
La differenza sta anche nel tasso di occupazione lavorativa: i dati dell’anno 2019 indicavano che il tasso di occupazione delle donne senza figli era il 67%, mentre per gli uomini era il 75%. Vedendo queste informazioni, le donne stesse potrebbero avere dubbi sulla propria capacità lavorativa e addirittura cognitiva, ma molte statistiche affermano che le donne raggiungono risultati scolastici superiori rispetto agli uomini. Anche in termini numerici le laureate sono in maggioranza e molte di loro hanno anche un voto migliore rispetto a quello dei compagni di genere maschile.
Nonostante queste professionalità e competenze, ci sono dati che vengono riportati da Massimo Brugnone, giornalista che presenta precisamente il divario salariale tra i giovani laureati e spiega che le donne di età compresa tra i 25 e i 34 anni hanno meno probabilità di essere occupate rispetto agli uomini.
Quindi a questo punto ci chiediamo: “Perché le donne vengono pagate meno degli uomini?”
Per rispondere a questa domanda è utile uno studio condotto da Marianna Filandri, professoressa del Dipartimento di Culture, Politica e Società del Politecnico di Torino. La docente ha detto che il motivo non può essere ricondotto al fatto che le donne abbiano minore preparazione e competenze: molti studi mostrano che le donne a parità di anzianità e produttività hanno meno chance di fare carriera e vengono pagate meno degli uomini. In generale la disparità salariale è causata dalle norme culturali e dai pensieri tradizionali e conservativi.
Però rispetto agli anni precedenti questa disparità salariale si sta riducendo, ma per avere un grosso cambiamento serve anche una mentalità che supera gli stereotipi di genere. Per equilibrare il divario salariale serve un approccio serio ed efficace da parte del Governo, processo complicato ma essenziale.