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La disparità salariale al giorno d’oggi è un tema molto discusso poiché crea dei divari sociali non indifferenti.

Come ha recentemente sottolineato il presidente Sergio Mattarella, una parte della società prende stipendi con cui non riesce nemmeno a far fronte alle esigenze quotidiane.

Ma quindi, come si crea questa disparità? Cosa si può fare in merito?

Questa disparità si può notare in vari ambiti e riguarda molte categorie di persone, e quella più colpita, come si sa, è quella delle donne. Infatti, a ogni euro guadagnato da un uomo corrispondono settantasette centesimi guadagnati da una donna. Ciò significa che annualmente le donne guadagnano circa il 10% in meno rispetto ad un uomo e questo avviene soprattutto per il pregiudizio di genere, cioè per il fatto che le donne, in media, siano più coinvolte in occupazioni  come la gestione dei familiari o le mansioni domestiche, e questo viene associato a una disponibilità di tempo inferiore per svolgere il lavoro retribuito.

Le donne non sono gli unici soggetti colpiti da questa discriminazione, ma ce ne sono anche altre, ad esempio, i neolaureati, che, a causa della loro giovane età e della loro impossibilità di ribellarsi, vengono sfruttati nel lavoro, essendo costretti a stipendi bassissimi rispetto alle ore di lavoro che svolgono. 

La disparità salariale, purtroppo colpisce anche altre categorie di persone: oltre alle donne e ai giovani, anche i lavoratori stranieri.

Spesso si sente dire la frase “gli immigrati ci rubano il lavoro”, ma è veramente così?

Effettivamente il tasso di inattività tra gli stranieri corrisponde al 35% circa, invece tra gli italiani questa cifra arriva al 53%. I salari e le pensioni degli stranieri, che spesso si trovano a lavorare in condizioni degradanti, sono però inferiori rispetto a quelli degli italiani.

La cosa più preoccupante della disparità salariale è che, oltre ai gruppi di persone che ho appena citato, anche un uomo italiano medio che possegga un lavoro semplice e onesto, come ad esempio un cameriere o un facchino, subisce questa disparità. 

Camerieri, facchini, lavapiatti o gli addetti alle pulizie negli alberghi, nonostante le loro 12-13 ore di lavoro giornaliere, difficilmente arrivano a più di 1.100 euro di stipendio 

Considerando che uno stipendio minimo mensile per vivere dignitosamente dovrebbe ammontare ai 1500 euro, ciò significa che questi lavori non consentano ai lavoratori di avere un stipendio che permetta loro di vivere una vita dignitosa.

Queste persone spesso non riescono neanche ad avere i soldi per far fronte alle esigenze quotidiane, come anche solo fare la spesa. 

Non dando a tutti la possibilità di avere uno stipendio minimo, si leva così alla persona e a tutta la  sua famiglia la dignità che spetta ad ogni essere umano in quanto tale, indipendentemente dal suo genere, dalla sua esperienza lavorativa o dal suo Paese di provenienza.

Per contrastare questa disparità salariale e queste discriminazioni credo che si possano, ad esempio, far partire delle campagne di promozione concentrate sulla necessità di diversità e inclusione in ogni mestiere, oppure implementare le politiche di parità salariale.

In conclusione, penso che ogni lavoro svolto in maniera onesta debba dare la possibilità a una persona di vivere in maniera dignitosa, quindi trovo ingiusto il fatto che ci siano dei lavori che non diano questa possibilità. 

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