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“Il miliardario Elon Musk è atteso in tribunale a Philadelphia per difendersi dalla causa che mira a frenare le sue donazioni da un milione di dollari a “fortunati” elettori pro-Trump registrati negli Stati in bilico. Il procuratore capo di Philadelphia, Larry Krasner, ha presentato la causa lunedì scorso, definendo il progetto di Musk «uno schema di lotteria illegale», ed il giudice del caso, Anne Marie Coyle, ha specificato che il miliardario è tenuto a comparire in tribunale: «Si ordina che tutte le parti siano presenti all’udienza»”.

 

La notizia riportata dall’articolo del “Sole 24ore” commenta uno dei numerosi gesti che hanno creato scalpore compiuti dal candidato Trump e dai suoi sostenitori repubblicani. La sua carica precedente si concluse con un assalto al Campidoglio (il 6 gennaio 2021) organizzata quando non fu rieletto al termine del primo mandato e condotta dai sostenitori pro-Trump che appoggiavano la teoria del boicottaggio dei voti. La mancata condanna dell’insurrezione da parte dell’ex presidente dimostra un chiaro segno di coinvolgimento da parte di quest’ultimo. Nonostante il suo primo mandato e la sua campagna elettorale radicalmente criticata per molte sue idee difficilmente accettabili, la corsa per la Casa Bianca non sta presentando evidenti differenze nei risultati, gli americani a sostegno del partito democratico presentato da Kamala Harris sono numericamente uguali ai sostenitori del repubblicano Donald Trump. Questa incertezza è causata in parte dal sistema delle elezioni presidenziali. 

I grandi elettori, cioè coloro che fanno parte del Collegio elettorale, votano direttamente il presidente. 

Questi elettori, 538, non sono divisi equamente tra gli Stati, ad esempio il Texas con 30.000.000 abitanti elegge 40 grandi elettori, mentre il Wyoming con 500.000 ne elegge solo tre. Questo comporta una maggior affluenza al voto da parte degli Stati più grandi, ed è infatti il motivo per cui Trump nel 2016 venne eletto nonostante avesse ricevuto quasi tre milioni di voti in meno rispetto alla sua avversaria Hillary Clinton.

Questo sistema elettorale, però, non è la causa della parità dei due contendenti nei sondaggi. I cittadini a sostegno di Trump anche negli Swing states, gli stati più importanti per la lotta presidenziale perché non sono storicamente favorevoli o contrari ai due partiti e conducono la decisione definitiva, sono un numero sempre più elevato e questo conduce all’attuale situazione di parità.

 

“So che i numerosi lettori dell’Independent hanno difficoltà a capire perché qualcuno dovrebbe votare per Trump. Pensano che sia il diavolo incarnato, quindi non ha senso che una persona sana di mente sprechi il suo voto per lui. Bene, ho pensato che potesse essere istruttivo spiegare perché sto votando per lui e perché milioni di altri americani stanno facendo la stessa scelta.”

Un americano repubblicano, Lou Segal, a fronte delle diverse critiche verso il candidato da lui sostenuto, scrive un articolo intitolato “Why I Am Voting for Donald Trump” sull’Indipendent Santa Barbara, in cui espone i sui pareri riguardo alle elezioni del 5 novembre 2024. 

(https://www.independent.com/2024/10/28/why-i-am-voting-for-donald-trump/

 

Uno dei primi temi da lui trattati è la migrazione illegale. La causa per cui molti americani, ignoranti riguardo all’economia del Paese, incolpano gli immigrati, in particolare dal Sud America, di rubare loro il lavoro. Questa problematica però non  è mai associata alla costante diminuzione della natività di abitanti “bianchi” in America.

Lou Segal quindi elogerebbe la soluzione adottata dal suo candidato durante la sua campagna per le elezioni presidenziali del 2016, quando Trump ha dichiarato la costruzione di un muro di confine come misura contro la migrazione illegale dall’America Latina agli Stati Uniti.

 

Un’ultima sua riflessione che vorrei contestualizzare è quella sulla guerra in Ucraina e in Medio Oriente.

“Probabilmente non è una coincidenza che la Russia abbia invaso la Crimea e la Georgia durante la presidenza di Obama e infine l’Ucraina mentre Biden era presidente. È interessante notare che la Russia non ha invaso nessuno nei quattro anni in cui Trump è stato presidente. Da quando Biden è diventato presidente, il Medio Oriente, che era relativamente pacifico, è ora un calderone di uccisioni e distruzione, con Israele sotto attacco da parte di Hamas, Hezbollah e la testa del serpente, l’Iran. Accontentare l’Iran, che era il fulcro della politica mediorientale di Obama e Biden, gli ha permesso, libero dalle sanzioni più punitive, di spendere milioni per armare i terroristi più violenti del mondo.”

 

In realtà Trump durante il dibattito contro Kamala condotto al National Constitution Center di Filadelfia a meno di due mesi dall’Election Day, ha esplicitamente affermato la sua assenza di posizione netta di fronte ad un gesto criminale come l’invasione dell’Ucraina, infatti non ha mai parlato della Russia come aggressore e Putin come dittatore, facendo nascere una serie di preoccupazioni sia per la sopravvivenza dell’Ucraina sia per quella dell’Europa stessa. 

Le sue parole ci assicurano che in caso di una sua elezione metterebbe fine alla guerra in Ucraina smettendo di fornire armi da parte della Nato. Senza l’aiuto degli Usa l’Europa non sarebbe abbastanza compatta per aiutare l’Ucraina in questa guerra e ciò scoprirebbe un tasto dolente portando alla frammentazione europea causata dai governi totalitari che non vedono il loro stato parte economicamente e politicamente di un’unione.

Per questo anche il nostro continente guarda alle elezioni americane con particolare apprensione.

 

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