La morte di Giulia Cecchettin ha scosso profondamente la società italiana, riportando al centro del dibattito pubblico una questione urgente: la violenza di genere e il sistema patriarcale che la alimenta. L’incontro recente tra il Ministro dell’Istruzione Valditara e la fondazione nata in memoria di Giulia rappresenta un segnale importante nell’ affrontare un problema che è basato su millenni di disuguaglianza. È necessario chiedersi quanto il patriarcato continui ad avere un impatto sulle nostre vite e in quali modi lo si possa eliminare completamente dalla nostra società.
In Italia nel 2023 sono 63 le donne uccise da un partner o un ex partner, su un totale di 334 omicidi. Questo dato, nonostante sia in miglioramento da anni, è utile per capire quanto ancora ci sia un riscontro grande anche nelle statistiche di questa cultura. Il patriarcato è un sistema familiare, formatosi storicamente, nel quale l’uomo è considerato il capo della famiglia. Il ruolo della donna è stato ritenuto per secoli marginale nella società, non gli era permesso votare, entrare in politica e ricoprire una buona parte dei posti lavoro. Questo ha creato una percezione della donna come inferiore e ha fatto sì che gli uomini si sentissero più importanti ed in grado di disporre delle donne quasi come se fossero un bene proprio.
Il patriarcato, tuttavia, non si limita alle relazioni personali: è profondamente radicato nelle strutture sociali, politiche ed economiche. La rappresentanza femminile nei luoghi di potere, sebbene in aumento, è ancora insufficiente, e le donne continuano a subire discriminazioni nel mondo del lavoro, dalla disparità del salario alla difficoltà di conciliare carriera e famiglia. Questi aspetti contribuiscono a fondare una cultura che vede le donne come subordinate.
E’ solo negli ultimi anni che finalmente la legge ha assegnato uguali diritti a entrambi i sessi. Modificare un pensiero così profondamente radicato nella nostra cultura purtroppo è complicato e non bastano delle leggi o degli incontri per risolvere il problema. E’ fondamentale che nelle famiglie si parli di questo tema e che, a maggior ragione a scuola, vengano fatte delle lezioni o delle attività per sensibilizzare sull’argomento. In questo modo si possono educare i ragazzi più giovani a portare rispetto alle donne e riuscire ad eliminare dalle nuove generazioni questa cultura.
Anche i mass media influenzano enormemente il pensiero dei giovani e sono certamente un’altra chiave per risolvere il problema, perché dando voce alle vittime si può rompere il silenzio e promuovere consapevolezza della questione. Infatti associazioni come la fondazione Cecchettin stanno dando un immenso aiuto nell’allontanare il patriarcato dalla società.
In conclusione ci sono molti ambiti in cui con il giusto impegno si può aiutare molto e sensibilizzare sull’argomento. Social media, associazioni, e lo Stato stanno facendo tanto a riguardo e sono convinto che l’Italia si stia muovendo nella direzione giusta. D’altronde sarebbe poco realistico aspettarsi un cambiamento immediato, un problema formato per anni richiede molto tempo per essere risolto. Impegnandosi al massimo, come si sta facendo al momento, fra non molto tempo le nuove generazioni vedranno il patriarcato come una cosa del passato.