L’articolo inizia con una testimonianza diretta di un sopravvissuto all’incidente, scelta che colpisce subito il lettore e lo fa entrare nel dramma di chi ha vissuto quella terribile esperienza. Questo tipo di apertura funziona molto bene per creare empatia e far sentire la gravità della situazione. Tuttavia, concentrarsi troppo sulle emozioni delle vittime tende a mettere in secondo piano un’analisi più approfondita delle cause e delle responsabilità che hanno permesso l’accaduto. L’articolo accenna alla presenza di esperti e alle indagini condotte in casi simili, ma non approfondisce questi punti come sarebbe utile. Sarebbe stato interessante capire meglio quali sono stati gli errori o le mancanze nelle condizioni di lavoro e nei protocolli di sicurezza, per imparare da questi e cercare di evitare incidenti simili in futuro. Quando viene fatto riferimento ad altri incidenti simili, l’articolo prova ad allargare la prospettiva per mostrare che il problema è diffuso e non isolato, ma lo fa in modo superficiale. Non ci sono collegamenti chiari con possibili soluzioni o un’analisi di come le leggi e la cultura del lavoro in Italia possano migliorare. In conclusione, l’articolo è molto efficace nel far capire l’importanza e la gravità del problema, ma manca di profondità quando si tratta di affrontare il tema della sicurezza sul lavoro in modo più dettagliato e critico. Avrebbe potuto fare di più inserendo dati, analisi delle cause sistemiche e proposte concrete per rendere il lavoro più sicuro per tutti, questo avrebbe reso il pezzo più utile e completo.