Il 2020 è stato uno tra gli anni più complicati mai affrontati dall’umanità, in cui la diffusione dell’epidemia del Coronavirus si è espansa in tutto il mondo.
Le scuole erano chiuse, vi era l’obbligo delle mascherine, gli ospedali erano sopraffatti dai contagiati, la popolazione era stata messa in quarantena, i telegiornali ogni giorno annunciavano nuovi casi e il numero delle vittime della pandemia.
L’unica speranza che si aveva per contenere la minaccia del virus era vaccinarsi.
I primi vaccini in Italia furono somministrati il 31 dicembre 2020, dando precedenza ai sanitari e agli ospiti delle Rsa.
Per avere la massima efficienza nella distribuzione del vaccino il Presidente del Consiglio Mario Draghi nel 2022 introdusse l’obbligo vaccinale a tutte le persone sopra i 50 anni, agli impiegati del personale scolastico, del comparto di difesa, sicurezza e del soccorso pubblico, della polizia locale, degli istituti penitenziari e soprattutto a medici e operatori sanitari.
Dapprima però erano state messe delle restrizioni per chi non avesse fatto il vaccino, come la sospensione non retribuita della professione .
Chi non avesse accolto la vaccinazione avrebbe dovuto pagare una sanzione di 100 euro.
Pochi furono i No-vax che a seguito di questa legge pagarono la multa. Altri invece, fortemente contrari, accesero grandi manifestazioni, animando un vero e proprio movimento di ribellione.
Adesso però, a distanza di 5 anni dall’esplosione della pandemia, viene approvato un decreto in cui i No-vax sanzionati non devono più pagare la multa. Ciò è appoggiato dal Partito della Lega, con a capo Matteo Salvini, che lo intende come un avvicinamento alla “pacificazione nazionale”.
Una grande vittoria per i contrari al vaccino, ma una sconfitta per l’intera popolazione.
L’applicazione di queste sanzioni serviva a incentivare a vaccinarsi per ridurre i focolai.
Su questo punto il Covid-19 ha insegnato nella sua tragedia molti valori alle persone, primo tra questi che oltre alla nostra scelta individuale di vaccinarsi ve n’era anche una collettiva.
Infatti i non vaccinati rappresentavano un rischio per la parte di popolazione più vulnerabile, come gli immunodepressi e gli anziani.
A questa revoca di legge si aggiunge un profondo malcontento generale.
Così come ricorda la senatrice Licia Ronzulli: “Di fronte alla pandemia che ci ha travolti tutti e ha ucciso quasi 200mila persone, la violazione delle norme sanitarie da parte dei “No-vax” è stata uno schiaffo alle leggi dello Stato. Se quindi era già profondamente sbagliato continuare a prorogare la sospensione del pagamento delle multe, cancellarle è inaccettabile e significa far finta di dimenticare cosa abbia rappresentato il Covid per l’Italia.”
Da molti questo nuovo decreto è considerato ingiusto anche perché tutela i No-wax non paganti, ma non quelli che hanno già pagato la sanzione e che dovrebbero essere rimborsati. Ciò si scontra con l’idea di “pacificazione generale” di Salvini, poiché l’ingiustizia di cui si parla di certo non rientra in una pace sociale e politica.
Dai No-vax l’obbligo di vaccinazione è visto ancora oggi come una limitazione della libertà personale. Idea alimentata soprattutto dalla grande disinformazione e paura sul funzionamento del vaccino; ne è la prova il fatto che i contrari si definissero come cavie di un esperimento.
Questo, oltre a sottolineare l’ignoranza sull’argomento, dimostra un’altra grande problematica del nostro Stato: la popolazione ripone poca fiducia nelle istituzioni politiche e sanitarie.
Quindi la decisione di annullare le sanzioni per i No-vax non fa che aumentare l’inaffidabilità delle istituzioni italiane.
Ad oggi, per essere sicuri di vivere in un Paese civile, è essenziale che da parte dello Stato si agisca con misure che agli occhi della gente non appaiano incoerenti e lavorare sulla fiducia del singolo attraverso politiche più chiare e consolidate.