In questi ultimi giorni Mark Zuckerberg, fondatore del social network Facebook, ha annunciato l’eliminazione del fact-checking dai suoi post, poiché sostiene che fino a questo momento ci sia stato della censura sulle sue piattaforme social. La parola “censura” da lui utilizzata ha un significato molto forte e indica una restrizione solida sulla diffusione di informazioni e pensieri.
I social in questi ultimi anni hanno subito una crescita vertiginosa e sono stati in grado di produrre numerosi aspetti positivi sulla vita delle persone, in particolar modo hanno consentito la comunicazione da una parte all’altra del globo. Ogni individuo ha avuto l’opportunità di condividere, attraverso una rete Internet, idee, notizie, osservazioni con le altre persone.
Alla base di ciò è necessario che ci sia un controllo effettivo ed efficace, poiché nonostante siano solamente parole scritte in Internet è necessario che non ledano i diritti fondamentali che ogni persona possiede. Bisogna avere una forma di tutela che secondo il mio punto di vista il fact-checking garantiva; è altrettanto corretto dire che in alcuni circostanze siano state eliminate notizie che in realtà erano vere o che non erano del tutto false, ma ciò non giustifica l’eliminazione di un supporto che garantiva una certa salvaguardia.
Forse sarebbe stato meglio prendere un’altra decisione e al posto di tagliare fuori il fact-checking si sarebbe potuto rafforzare e migliorare questo sistema.
Ad oggi solo gli utenti saranno in grado di segnalare eventuali incongruenze e non-verità, ma ciò significa che non sempre tutto quello che corrisponde alla realtà riuscirà ad essere eliminato. Un solido controllo non significa ampliare la censura.