Una delle prime notizie di quest’anno è la cancellazione del fact-checking dai social di Zuckerberg, come Instagram o Facebook. Meta spiega questa decisone sostenendo che negli anni precedenti questo controllo ha bloccato notizie non del tutto false commettendo quindi della censura ingiustificata.
La risposta a questo errore è stata la cancellazione totale del sistema di controllo, ma non era forse meglio cercare di migliorare e correggere il fact-checking?
La diffusione di notizie false tramite i social media è un problema discusso fin dalla creazione di quest’ultimi, cancellare dalla rete notizie false non è censura, ma è un aiuto per il corretto veicolaggio delle notizie.
La censura si ha quando viene bloccato il libero pensiero, non quando viene corretto un errore.
Zuckerberg sostiene che il fact-checking “censuri” togliendo dei post dai media, quando in verità togliere dalla rete le false notizie serve per permettere un dialogo, un confronto, corretto e non per annullarlo.
Si può discutere sul tema dell’immigrazione prendendo posizioni diverse, ma non si può affermare che la scienza dica che esistono razze superiori, perché questo non corrisponde ai fatti. Cancellare un post in cui si dice “La razza ariana è scientificamente superiore” non è censura, ma è permette uno scambio di opinioni corretto, è dare l’opportunità alle persone ci crearsi una propria opinione al riguardo, anche di pubblicarla, se si vuole, sapendo che i dati che troviamo sono verificati e non inventati per sostenere una tesi.