SOCIAL CENSURATI?
di Sara Squillari
Mark Zuckenberg ammette che delle notizie sui suoi social sono state censurate. Questa, in realtà, non è una censura vera e propria. Infatti quando quotidiani accreditati o organizzazioni indipendenti, determinano l’effettiva origine dell’articolo, l’articolo non viene rimosso, bensì viene solo etichettato come fake news.
Nonostante ciò, purtroppo, alcune notizie, seppur vere, sono state riportate come “bufale” creando confusione tra gli utenti.
Zuckenberg ha, dunque, deciso che dall’inizio del nuovo anno il fact-checking non verrà più fatto da organizzazioni esterne che possono, volontariamente o meno, commettere errori sugli articoli da segnalare, ma dagli utenti stessi.
Non tutti gli utenti potranno partecipare a questi controlli, lasciando delle note ai post pubblicati. Bisognerà rispondere ad una serie di requisiti: tra cui l’anzianità su quel social e l’autenticità di quell’account.
La vera domanda a questo punto è: sui post che esprimono opinioni non soggettive, come ad esempio articoli riguardanti politica e salute, verranno segnalati in modo equo indipendentemente dall’opinione personale di un dato utente, o in maniera imparziale?
Non saranno più dei professionisti ad occuparsi dell’autenticità di un articolo, ma chiunque, o quasi, abbia un social media.
Secondo alcuni politici, tra i quali il nuovo presidente americano Donald Trump, ciò è un punto di svolta poiché le organizzazioni che si occupavano del fact-checking erano “troppo parziali”.
Ovviamente la speranza di politici simili è quella di poter ottenere maggiore “pubblicità” non censurata grazie alla vasta quantità dei loro sostenitori, che probabilmente non risiedono tra queste organizzazioni.
È dunque meglio che i giornali che si occupano di fact-checking segnalino, a parole di Trump, qualche articolo in più del dovuto o che persone senza alcuna conoscenza dell’argomento segnalino articoli, seppur veri che, però, danno contro alle idee di determinati politici?