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La possibilità di aggiungere un terzo mandato ai due già esistenti per i sindaci e i presidenti di regione è una grande rivoluzione, ma potrebbe essere anche una grande opportunità. Attualmente, questa possibilità esiste solo per i sindaci dei comuni con meno di cinquemila abitanti. Estenderla agli altri comuni e ai presidenti di regione potrebbe portare, a mio avviso, riscontri positivi per diverse ragioni, come il fatto di avere più tempo per attuare e completare progetti e idee. Con un terzo mandato si arriverebbe a quindici anni consecutivi in carica, un periodo sufficiente per lasciare un’impronta personale del proprio operato. Questa revisione della legge eviterebbe il blocco dell’amministrazione e permetterebbe ai cittadini di votare nuovamente un amministratore nel caso in cui ne apprezzassero il lavoro. Non avendo ancora diciotto anni, non posso votare, ma, dopo aver visto il video sull’argomento e aver approfondito la questione, mi sono fatto un’idea: sono favorevole a questa potenziale riforma. Lo sono per le ragioni già citate e anche perché ho un esempio concreto nel mio comune. Infatti, il sindaco della mia città è al secondo mandato, che terminerà nel 2027, e mi piacerebbe poterlo votare per un terzo mandato. Numerose persone e associazioni, tra cui sindaci di capoluoghi di regione, presidenti regionali e gruppi di sindaci, stanno esprimendo il loro sostegno a questa proposta negli ultimi mesi. Tuttavia, esistono anche aspetti negativi. Un terzo mandato significherebbe concedere ai sindaci e ai governatori la possibilità di amministrare per quindici anni consecutivi, accumulando un grande potere. Questo, però, non sarebbe un problema se i cittadini esercitassero il loro diritto di voto con responsabilità: se un amministratore non fosse all’altezza, non verrebbe rieletto per tre mandati di fila.

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