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Negli ultimi tempi in Italia si parla della possibilità per sindaci e presidenti della regione di candidarsi per un terzo mandato.

Se la proposta viene accettata si avrà più stabilita? O ci sarà meno democrazia?

Guardandosi attorno si può notare che in tutti i paesi europei, ad eccezione del Portogallo, della Polonia e della nostra cara Italia, un sindaco può essere rieletto all’infinito, per esempio, in Germania, Herbert Schmalstieg è stato sindaco di Hannover per ben 34 anni, dal 1972 al 2006 e in Francia, Jacques Chaban-Delmas è stato sindaco di Bordeaux per quasi mezzo secolo, dal 1947 al 1995, rilanciando la citta grazie ad una serie di ambiziosi progetti urbanistici e culturali.

Permettere che anche in Italia, anche nelle città con più di 5 milioni di abitanti il sindaco possa governare per più anni, mantenendo comunque il limite massimo di 15 anni di carica, significa dare alle città maggior stabilita e la possibilità di ricercare il progresso con progetti più ambiziosi e di lungo termine. Basta pensare alla città di Torino, dove il cambio di sindaco ha fatto sì che il lavoro di costruzione della seconda linea di metropolitana e il prolungamento della prima linea venisse interrotto per 5 anni, prolungando di molto i tempi di costruzione; infatti, sebbene il progetto per la seconda linea fosse stato approvato nel 2020, l’interruzione del mandato a fatto saltate in lavori che, ad oggi, si pensa posso partire a inizio 2026.

Per concludere un periodo più prolungato di governo porterebbe al rilancio e allo sviluppo di una città e non alla sua decadenza. Bisogna tenere a mente che un sindaco viene rieletto dai cittadini solo se questi sono soddisfatti del suo governo e questo accade se si vedono migliorate le condizioni di vita nella città è quindi più probabile che un governo longevo sia un vantaggio per la cittadinanza che con il contrario.

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