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In Europa l’Italia è uno dei Paesi che ha registrato più morti sul lavoro, a seguito di Cipro e
Bulgaria, è uno dei Paesi che ha registrato più morti sul lavoro in particolare in Lombardia e
dopo il periodo della pandemia, durante il quale si è assistito ad un calo degli incidenti sul
lavoro dovuto a lockdown e smart working. Nonostante le numerose normative e leggi che
vengono fatte conoscere ad ogni lavoratore, e anche a noi studenti durante il terzo anno, dal
momento in cui ci iniziamo ad avvicinare al mondo lavorativo attraverso i diversi corsi e
stage, tutti questi incidenti non cessano mai e sono sempre troppo frequenti. Ma perché
continuano ad accadere ?
Avendo dovuto seguire uno di questi corsi sulla sicurezza, in quanto obbligatori per ogni
studente che a partire dal terzo anno di superiori deve prendere parte agli stage di PCTO,
cioè percorsi per le competenze trasversali e orientative, mi sento di poter dire che il
problema parta proprio da questi. Spesso infatti non vengono affrontati nella maniera
adeguata e quello di cui si parla per solamente qualche ora viene facilmente dimenticato, ma
sono in pochi ad ascoltare e realmente seguire le molteplici norme, che nella maggior parte
dei casi possono salvarci la vita. Dovrebbero essere invece sviluppati in più incontri, magari
di meno ore, in cui non vengono solamente elencate una serie di leggi e metodi per
affrontare le situazioni che quasi nessuno ricorderà, ma nei quali ci possa essere un vero
approfondimento almeno sulle situazioni più frequenti o sulle più pericolose.
Forse però uno dei motivi principali che causano questi incidenti è l’elevata richiesta dei
datori di lavoro di consegnare un prodotto in un tempo estremamente limitato, in particolare
un simile rischio mi viene in mente per i lavori più manuali nei quali non solo sono previsti
strumenti che usati poco attentamente possono diventare pericolosi ma sfruttano anche il
lavoratore, che senza nemmeno rendersene conto trascura l’impegno e l’attenzione per
riuscire a ricavare maggior prodotto in meno tempo possibile.
Anche se da sempre in Italia le morti cosiddette “bianche” sono una consuetudine,
dovremmo prendere esempio da Paesi come Germania, Olanda oppure Svezia, che hanno
registrato il minor numero di morti per incidenti sul lavoro, e forse cambiare la nostra visione
del mondo lavorativo, cercando di mettere al primo posto la nostra salvezza piuttosto che le
distrazioni o il guadagno.

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