Illustrazione articolo

Il fenomeno degli hikikomori, sebbene prenda origine dal Giappone, ha iniziato a diffondersi, negli ultimi anni, ovunque nel mondo, incluso nel nostro Paese. Con questo termine vengono denominati coloro che sono afflitti da un problema sociale che coinvolge individui, in prevalenza giovani, che scelgono di ritirarsi dalla vita sociale e rinchiudersi nella loro dimora per lunghi periodi di tempo, evitando qualsiasi forma di interazione sociale o partecipazione alla società esterna. Una tale condizione di isolamento può essere causata da una serie di fattori, tra tutti, problemi psicologici, sociali, familiari e culturali. Talvolta, gli hikikomori si ritirano a causa di difficoltà di adattamento sociale, pressioni accademiche, disoccupazione, o semplicemente per sfuggire alla realtà e al confronto con le aspettative della società.

Negli ultimi anni, questo fenomeno ha sicuramente trovato terreno fertile in cui crescere a causa della pandemia di Covid-19 che ha colpito tutto il mondo; le misure di lockdown e di distanziamento sociale, infatti, hanno fatto sì che si accentuasse il senso di isolamento e di depressione già presente in molti individui, e hanno reso ancora più facile tagliare i rapporti con la società esterna. Un ulteriore fattore che ha inciso in modo significativo nella diffusione del fenomeno è la massiccia popolarità che i social network hanno riscontrato in questi ultimi anni; sebbene da un lato, però, possa sembrare paradossale, dal momento che queste piattaforme dovrebbero contribuire ad un’apparente forma di connessione e di socializzazione tra gli individui, dall’altro hanno causato l’intensificarsi del senso di solitudine e di alienazione, in quanto le interazioni virtuali non possono e, molto probabilmente, non potranno mai emulare ciò che avviene e ciò che ci suscitano le interazioni faccia a faccia in un gruppo di due o più persone.

In Italia, il fenomeno degli hikikomori ha preso piede soprattutto nelle grandi città, nelle quali la pressione sociale e le delusioni in ambito personale possono essere nettamente più presenti. Tuttavia, questo fenomeno non è esclusivo delle aree urbane e può colpire individui provenienti da tutti le varie realtà sociali. Sebbene, però, secondo il sito “Hikikomori Italia” non siano stati ancora condotti studi quantitativi per stimare dei dati ufficiali sull’estensione del fenomeno, sono stati raccolti alcuni dati riguardanti solamente la fascia di popolazione più giovane, nella quale si stima siano presenti molti più casi di hikikomori. Grazie a queste statistiche si è riusciti ad affermare che nel nostro Paese, tra gli studenti più giovani, ci sia una quantità di hikikomori che varia tra i cinquanta e i centomila individui, cifra che, contando anche il resto della popolazione, sarebbe destinata a crescere ulteriormente.

Dunque, anche se non disponiamo ancora di dati ufficiali riguardo questo argomento, è bene dedicare tempo e denaro nella risoluzione o, almeno, nel contenimento di tale problema, adottando un approccio completo, che includa interventi a livello individuale, familiare e sociale. È importante, inoltre, promuovere la consapevolezza e la comprensione di questa condizione, così come migliorare l’accesso a servizi di supporto psicologico e sociale per coloro che ne hanno bisogno. Infine, è essenziale lavorare sulla prevenzione, creando un ambiente sociale più inclusivo e accogliente, dove le persone si sentano meno inclini a isolarsi e a ritirarsi dalla vita sociale e si trovino a loro agio.

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