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Il termine hikikomori è di origine giapponese e si riferisce a un fenomeno per cui gli individui, specialmente i ragazzi e gli adolescenti, si ritirano dalla vita sociale e si isolano nelle loro case, anche per diversi mesi. Letteralmente, il termine hikikomori si traduce approssimativamente in “essere reclusi” o “ritirarsi in disparte”. Sebbene questo tema si sia studiato per la prima volta in Giappone, la pressione e il disagio che spingono alcuni giovani all’isolamento ha raggiunto proporzioni drammatiche anche in Italia. Secondo Hikikomori Italia, attualmente i casi nel mondo sono oltre un milione: di questi, centomila sono i giovani in Italia. Gli hikikomori tendono a evitare le interazioni sociali e possono trascorrere il loro tempo in attività solitarie come giocare ai videogiochi, guardare la televisione o navigare su Internet. Mentre alcune persone hikikomori possono avere problemi di salute mentale come depressione o ansia sociale, altri potrebbero essere semplicemente sopraffatti dalle pressioni esterne o mancare di capacità necessarie per affrontare le interazioni.

Le osservazioni fatte sulle famiglie in Italia hanno rilevato che si tratta di un fenomeno multifattoriale, che nasce da una combinazione di fattori individuali, familiari e sociali. Secondo Hikikomori Italia, ci sono alcune cause importanti per lo sviluppo di questo fenomeno, tra cui bullismo e alte aspettative da parte degli adulti. La scuola è il primo luogo che può identificare i primi segni, in quanto è il luogo in cui un ragazzo può essere maggiormente esposto a bullismo e pressione sociale. Inoltre, si possono incontrare pressioni se si fa parte di una famiglia con alte aspettative, o si può attraversare una particolare esperienza traumatica, come una malattia o la perdita di una persona cara. In generale la percezione che un giovane hikikomori ha, è quella di non riuscire a rispondere a tutte le richieste delle persone intorno a lui, con l’impossibilità di gestire il confronto con il mondo esterno. La relazione con l’altro diventa troppo difficile, a tal punto che arriva a sottrarsi allo stress della competizione, chiudendosi in sé stesso e nella solitudine.

Nonostante non esista ancora un’ufficiale definizione dell’hikikomori a livello internazionale, il Ministero della Salute giapponese (MHLW) ne ha indicato alcune caratteristiche e sintomi specifici, quali uno stile di vita centrato all’interno delle mura domestiche, nessun interesse verso attività esterne e nessuna relazione esterna mantenuta con compagni o colleghi di lavoro. La vita dei giovani hikikomori si svolge pertanto all’interno della loro casa o addirittura nella camera da letto. Le uniche interazioni con l’esterno avvengono attraverso Internet, l’utilizzo di chat, social network e videogame.

La cura degli hikikomori può variare da persona a persona a seconda delle loro situazioni individuali e delle cause del loro isolamento, tuttavia molte persone hikikomori possono beneficiare della consulenza o della terapia psicologica per affrontare i problemi emotivi. Il coinvolgimento e il sostegno della famiglia sono fondamentali nel processo di recupero, in quanto la famiglia può fornire un ambiente sicuro in cui l’individuo possa riacquistare fiducia e abilità sociali. In alcuni casi, potrebbe essere necessario un trattamento medico per affrontare eventuali condizioni di salute mentale, come depressione o ansia. In ogni caso però la chiave è fornire un sostegno continuo per aiutare gli hikikomori a superare le sfide che affrontano e a riacquistare un senso di connessione e appartenenza alla società.

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